"La capacità delle donne di
autodeterminarsi nel lavoro attraverso la creazione di impresa è
una questione strategica, ancor più in questo momento storico,
segnato drammaticamente da diffusi episodi di violenza di
genere. Laddove le donne possono istruirsi, inseguire i propri
sogni, raggiungere l'autonomia economica, sono nella condizione
di poter scongiurare ogni genere di abuso". Lo ha detto Luciana
Di Bisceglie, presidente della Camera di Commercio di Bari,
aprendo i lavori della tappa barese del 'Giro d'Italia delle
donne che fanno impresa', il roadshow promosso da Unioncamere
nazionale con il diretto coinvolgimento dei Comitati per
l'imprenditoria femminile delle Camere di Commercio.
Le imprese femminili in Puglia sono 88mila (nona regione
d'Italia, terza del sud dopo Campania e Sicilia); 23mila sono
agricole, 18 mila operano nel commercio al dettaglio e tremila
all'ingrosso, settemila nei servizi alla persona, cinquemila
nella ristorazione e tremila nel turismo, 3.400 nell'edilizia e
nel suo indotto, 1.200 nella moda. Si tratta di aziende
tutt'altro che marginali: oltre 1.600 superano il milione di
euro di fatturato; quasi un centinaio superano i 10 milioni. Se
si guarda alle qualifiche o ai titoli ricoperti da donne nelle
imprese pugliesi (soci, amministratori, titolari), si ritrovano
209mila donne. Se si osservano gli amministratori di società di
capitali, le donne si riducono a 27mila.
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