E' stata depositata questa mattina
all'ufficio protocollo del Comune di Taranto la mozione di
sfiducia contro il sindaco Rinaldo Melucci dopo il
raggiungimento delle tredici firme necessarie per poterne
discutere in Consiglio comunale. L'iniziativa è partita dai
consiglieri civici Luigi Abbate (Taranto senza Ilva) e Massimo
Battista (Una città per cambiare Taranto), che sono stati
entrambi candidati sindaco alle amministrative del giugno 2022.
Poi hanno aderito i partiti e movimenti di centrodestra (FdI,
Lega, Svolta Liberale e Forza Italia), il consigliere di Europa
Verde, due del Pd e, infine, il consigliere del Gruppo Misto
Gianni Liviano. Quest'ultimo era stato eletto da indipendente
nella lista del Pd, di cui era diventato anche capogruppo prima
di lasciare l'incarico e di passare al gruppo misto. E' stato
anche consigliere e assessore regionale.
La discussione della mozione potrà essere calendarizzata in
un periodo compreso tra i 10 e i 30 giorni. Il consiglio
comunale di Taranto è composto da 32 consiglieri (oltre al
sindaco) e dunque servono 17 voti per ottenere la maggioranza
assoluta necessaria. Nel caso in cui la mozione di sfiducia
fosse approvata si determinerebbe lo scioglimento anticipato del
consiglio comunale e se questo avvenisse entro il 24 febbraio i
tarantini potrebbero tornare al voto già nel prossimo giugno. Le
fibrillazioni nella coalizione erano sorte in seguito alla
decisione di Melucci di allargare la maggioranza a Italia Viva,
partito a cui egli stesso aveva aderito dopo aver abbandonato
del Pd e dal quale si è sospeso pochi giorni dopo.
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