"Al momento vengono rimossi i
blocchi stradali in attesa di adottare nuove e clamorose
iniziative di protesta". Lo afferma in una nota Aigi,
l'associazione a cui aderisce l'80% delle imprese che lavorano
con l'ex Ilva di Taranto, che invoca garanzie sul pagamento dei
crediti maturati dalle imprese, 120 milioni, temendo che possano
svanire con il ricorso
all'amministrazione straordinaria.
Secondo Aigi, dall'incontro di oggi con i ministri Urso e
Calderone non c'è stata "nessuna garanzia sui crediti esigibili
dalle aziende dell'indotto, nessuna garanzia sul futuro di una
delle fette più consistenti della economia di terra ionica".
"L'unica certezza emersa - viene rilevato - è il ricorso
all'amministrazione straordinaria che per il Governo sembra
essere l'unica via percorribile per uscire dal guado dopo la
rottura delle trattative con Arcelor Mittal. Urso ha risposto
picche alle pressanti richieste di Aigi in relazione al recupero
dei crediti ed ha invitato le aziende dell'indotto, al fine di
ottenere garanzie sul recupero dei crediti esigibili, ad
interloquire con l'ad di Adi, Lucia Morselli, affinché anticipi
il ricorso all'amministrazione straordinaria. Uno scaribarile".
Aigi sostiene che "non presterà il fianco a chi cerca di
manipolare le aziende dell'indotto in quella che è una battaglia
tra titani ed un rimpallo di responsabilità sulle sorti dello
stabilimento di cui si sta decretando la chiusura". Quindi, le
aziende dell'indotto "confermano la sospensione delle forniture
dei beni e servizi, anche di autotrasporto", ad Acciaierie
d'Italia. "Da lunedì - conclude la nota - la sospensione sarà
adottata anche dalle aziende che erogano forniture
indispensabili a garantire la sicurezza degli impianti nonché la
tutela ambientale".
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