Solo la procura di Roma risulta al
momento destinataria di atti emersi dall'indagine in corso a
Perugia sulle centinaia di accessi ritenuti abusivi a sistema
informatico e a banche dati dei quali è accusato il tenente
della guardia di finanza Pasquale Striano in un fascicolo nel
quale è coinvolto anche il magistrato Antonio Laudati. In
particolare i magistrati della Capitale sono stati interessati
per la parte che riguarda il presidente della Federcalcio
Gabriele Gravina.
Per quest'ultimo - in base alla ricostruzione compiuta nel
capoluogo umbro - la vicenda risale al marzo scorso. In
particolare Laudati e Striano sono accusati, in concorso tra
loro, di avere procurato "ad altri un danno". In particolare
formando un atto trasmesso dal procuratore nazionale antimafia
Melillo a quello di Roma nel quale avrebbero attestato
falsamente che l'attività investigativa alla base erano elementi
provenienti dalla procura di Salerno e da quest'ultima acquisiti
autonomamente.
Secondo i pm di Perugia, invece, l'origine degli atti sarebbe
stata in informazioni ottenute da un'altra persona attraverso
incontri promossi da Laudati e Concordati con Striano e con tale
condotta - sempre secondo l'accusa - favorivano un danno a
Gravina ipotizzando presunte attività illecite compiute dallo
stesso presidente della Federcalcio.
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