Migliaia di persone in piazza: associazioni, studenti, cittadini. Qualcuno vestito da supereroe, altri con la fascia tricolore per sentirsi ancora più vicini al primo cittadino di Bari, Antonio Decaro. E' la risposta della città alla decisione del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi di nominare la commissione di accesso per valutare lo scioglimento del Comune per mafia dopo i 130 arresti seguiti all'inchiesta della Dda denominata 'Codice interno'.
Iniziativa avviata dalla richiesta di alcuni parlamentari pugliesi del centrodestra. Intanto ha agitato molto le acque una frase del governatore della Puglia detta alla manifestazione: "Presi" Decaro "e in due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere, e andai a dirle che questo ingegnere è assessore mio e deve lavorare perché c'è il pericolo che qui i bambini possano essere investiti dalle macchine". Ma il governatore a stretto giro ha replicato spiegando di essere stato frainteso e che anzi lui ha contribuito a far condannare il boss. "Di fronte ad un episodio nel quale avevano invitato il mio assessore ad andarsene dai luoghi dove stava lavorando, andai di persona dalla sorella incensurata del boss Antonio Capriati, che avevo arrestato e fatto rinviare a giudizio e poi condannare per omicidio, per farle capire che le cose erano cambiate".
Roventi le prese di posizione del centrodestra: i parlamentari FdI della Puglia giudicano "gravissime le parole del Presidente della Regione Puglia Emiliano pronunciate oggi a Bari, mentre il senatore Gianluca Cantalamessa, responsabile del dipartimento Antimafia della Lega e capogruppo in commissione, ha chiesto di convocare il governatore in Commissione". Intanto stamattina, all'indomani della nomina da parte del Viminale dei tre componenti della commissione, la città di Bari si è stretta intorno al sindaco e all'amministrazione comunale nella manifestazione 'Giù le mani da Bari', nata da una mobilitazione spontanea sui social e alla quale hanno preso parte, fra gli altri, Cgil, Pd Puglia, M5S, Libera Puglia, Arci Puglia, Link e Avviso Pubblico.
Al suo arrivo in piazza, accolto da lunghi applausi e cori di sostegno, Decaro si è rivolto direttamente ai cittadini: "È una risposta meravigliosa della città per la città, è una risposta a chi pensa di utilizzare la città per la propria campagna elettorale ed è soprattutto una risposta a chi dice che Bari è sotto il ricatto della mafia", ha detto. Evidenziando che "questa città non si fa ricattare più da nessuno, né dalla mafia né dai politici perché negli ultimi vent'anni, con un lavoro quotidiano e faticoso, ogni giorno è diventata migliore. Si è rialzata, è cresciuta, ha recuperato la sua dignità e oggi è orgogliosa di essere ciò che è diventata". Decaro ha ribadito di non essere "venuto qui a fare polemiche" e che "quello che stanno cercando di farci è una vergogna senza confini". Al suo fianco anche il governatore della Puglia, Michele Emiliano, che ha ricordato "quello che la Puglia è diventata in questi venti anni", spiegando che "chi sta cercando di rovinare un lavoro così lungo e difficile non sa quanto sia costato". Dal palco anche il presidente di Libera Puglia, don Angelo Cassano, si è rivolto al ministro dell'Interno: "Dobbiamo avere il coraggio di ricordare che quel ministro, Piantedosi, è lui il vero criminale. Lo dico con coraggio - ha affermato -. A Roma abbiamo richiamato la necessità di avere una classe politica dignitosa. Diamo un calcio ai trasformisti, mandiamoli a casa, perché il male della politica è questo". Vicinanza a Decaro è stata nuovamente espressa da esponenti del centrosinistra come Bonaccini e Bonelli. La senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato Licia Ronzulli ha disapprovato i "i metodi usati a Bari": "se ci sono state infiltrazioni mafiose sarà il ministero degli Interni a intervenire", ha aggiunto. Su questo è punto ha aggiustato il tiro Antonio Tajani ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia: "A Bari nessun far west, noi stiamo sostenendo il lavoro del ministro Piantedosi, non abbiamo chiesto lo scioglimento del Comune. Abbiamo detto soltanto che bisogna accertare la verità". Tommaso Foti, capogruppo FdI alla Camera, invece taccia la "sinistra di essere giustizialista a fasi alterne: se il sindaco Decaro - non ha nulla da temere, attenda con serenità il lavoro della Commissione".
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