"Dopo la morte di Paola Clemente è
stata fatta una legge sul caporalato che noi chiediamo venga
applicata perché tuttora invece è evasa". Lo ha detto Francesca
Re David, segretaria confederale Cgil, partecipando ad Andria a
un incontro organizzato per ricordare Paola Clemente, la
bracciante agricola morta di fatica nelle campagne del nord
Barese il 13 luglio 2015.
"Oggi chiediamo che chi lavora qui, se straniero abbia il
diritto di non essere invisibile, abbia il permesso di soggiorno
- ha continuato - e poi chiediamo che a tutte le lavoratrici e
lavoratori vengano riconosciuti le tutele e che di questo si
devono far responsabili tutti, da chi lavora nei campi a chi
vende le merci ai supermercati".
"Paola Clemente - ha proseguito Re David - è morta di fatica
ed è stata la prima grande violenza percepita da tutti di che
cosa significa lavorare sotto il caldo, senza orario, senza
diritti e senza tutele. Ricordare quest'anno Paola Clemente
significa ricordarla nell'anno in cui nelle campagne di Latina
un bracciante è stato abbandonato con il suo braccio staccato ed
è poi morto". Per la sindacalista "ricordare Paola Clemente
significa ricordare lo sfruttamento e il lavoro nero che in
questo momento c'è nelle campagne e che riguarda moltissimo i
lavoratori stranieri ma anche lavoratrici e lavoratori di questo
Paese, soprattutto le lavoratrici".
"Siamo qui per dire che senza diritti non bisogna lavorare e
che non si può far finta di non vedere", ha concluso la
segretaria.
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