(di Danilo Santoro)
"Abbiamo toccato con mano la cosa
peggiore che possa fare l'uomo: aggiungere male al male
naturale, dolore al dolore". E' una testimonianza di profonda
sofferenza quella che arriva dall'Ucraina attraverso Franco
Colizzi, psichiatra e psicoterapeuta che in questi giorni ha
visitato l'ospedale pediatrico Okhmatdyt a Kyiv, colpito da un
missile nel corso di un attacco russo che ha reso l'80%
dell'ospedale malfunzionante o inutilizzabile, e ha distrutto il
reparto dialisi.
"Un giovane medico responsabile della organizzazione - spiega
all'ANSA Colizzi, in visita in Ucraina - ci ha parlato con
dolore e rabbia dell'attacco, che è costata la vita a una
giovane dottoressa e il ferimento di altri medici che hanno
protetto con i loro corpi quelli dei bambini tutti messi in
salvo dalla rianimazione e terapia intensiva. Ci hanno
ringraziato per la presenza fisica, per la solidarietà e il
sostegno emotivo e ci hanno chiesto di far conoscere l'orrore
terroristico al popolo italiano".
Colizzi, già presidente nazionale dell'Aifo, ha fatto parte
della delegazione del Mean (Movimento europeo di azione
nonviolenta) che ha visitato quei luoghi martoriati dal
conflitto. "Vedere - spiega - la distruttività umana in un
luogo dedicato alla cura, alla difesa sacra della vita dei
bambini, e camminare tra le macerie è molto doloroso. Ho visto
un murale fatto per i bambini col titolo in ucraino 'I miei
sogni' e mi ha commosso. E poi il disegno di una giraffa col
fiore in bocca con una grande crepa prodotta da una scheggia del
missile".
Colizzi e la figlia Ivana, anche lei psicologa
psicoterapeuta, stanno valutando - insieme con il Mean, altre
associazioni, i partner istituzionali ucraini e il
coinvolgimento dell'Anci Sanità - la creazione di un progetto
per lenire i traumi da guerra che stanno colpendo alcuni milioni
di ucraini, bambini, giovani, donne, anziani, soldati.
"Dai tavoli di lavoro del 12 luglio è poi emersa la proposta
di questo progetto pilota di salute mentale di comunità per
curare i traumi da guerra di civili e combattenti. La guerra -
conclude - disconosce quanto abbiamo di veramente umano: sta a
tutti noi difendere concretamente, e non solo con vacue parole,
la compassione, la pietà, la cura e l'amore. Dobbiamo sognare
gli stessi sogni dei bambini".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA