"E' emerso che alcuni lavoratori
erano impegnati all'interno del bacino per normali attività di
manutenzione e controlli. Fortunatamente, i dipendenti sono
stati richiamati prima del tempo, evitando così una potenziale
tragedia". Lo denuncia la Uil Pa di Taranto riferendosi al
cedimento della barca-porta (una sorta di diga) che chiudeva il
bacino Ferrati all'interno dell'Arsenale militare di Taranto.
L'incidente, avvenuto ieri pomeriggio, ha provocato secondo
fonti sindacali una piccola esondazione di quel tratto di mare
fin dentro ai capannoni e lungo le strade del presidio della
Marina Militare.
Secondo la Uil Pa l'incidente "poteva avere conseguenze
drammatiche. Un forte boato, simile a un'esplosione, è stato
avvertito anche dai numerosi residenti del Borgo di Taranto". La
platea, situata a 12 metri sotto il livello del mare, "è lunga
250 metri - viene spiegato - e durante l'incidente è stata
invasa dalle acque con una forza devastante, insieme ai reparti
limitrofi che, dato l'orario, erano fortunatamente vuoti".
È stato "solo un caso fortuito - dichiara Gaetana Pisarra,
segretaria della Uil Pa dell'Arsenale di Taranto - che nessuno
si trovasse sul posto al momento dell'incidente. Tuttavia,
l'evento solleva molte domande. Siamo profondamente preoccupati
per la sicurezza dei nostri lavoratori e chiederemo alla
Direzione un incontro urgente per discutere le possibili cause
dell'accaduto. Inoltre, si dovranno quantificare i danni alle
infrastrutture ed eventuali sversamenti nel Mar Piccolo".
Se si dovesse accertare, aggiunge Ignazio Barbuto,
Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, "che il
cedimento è imputabile alla barca-porta, si tratterebbe di un
fatto grave, considerando che questa struttura era stata oggetto
di interventi di consolidamento recentemente. Il varo della
nuova barca-porta sette mesi fa era stato accolto con favore
proprio per evitare situazioni del genere".
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