Una stradina sconnessa
della periferia di Canosa di Puglia, nel nord Barese, allestita
come fosse la navata di una chiesa. Sedie in legno o plastica,
bianche o marroni, sistemate una accanto all'altra come fossero
banchi. Una tovaglia bianca ricamata a coprire un tavolo su cui
sono stati sistemati dei fiori, una candela e le ampolline utili
alla celebrazione eucaristica. Per il rione che è cresciuto
attorno alla chiesa dedicata all'Assunta, ormai è tradizione nei
giorni della novena, lasciare la parrocchia e girovagare di
strada in strada, di cortile in atrio.
"Da qualche anno, ci prepariamo così all'assunzione di Maria
in cielo che si ricorda il 15 agosto", spiega don Michele
Malcangio, parroco della chiesa dell'Assunta chiarendo che
l'iniziativa affonda le sue radici nel passato della città.
"A Canosa - sostiene - c'è una tradizione molto antica che
consiste nell'allestire gli altarini davanti alle abitazioni nel
giorno della vigilia della festa dell'Assunta. È un gesto quasi
arcaico che alimenta la volontà di portare la devozione vissuta
in casa verso la Madonna al di fuori. Ecco perché alla novena
classica come normalmente siamo abituati a vederla e viverla, ho
pensato a una che fosse in mezzo alla gente, tra le strade
perché è qui che si avverte il bisogno di speranza, di sapere
che le parole del Vangelo non sono semplici frasi spot di cui
ricordarsi al bisogno".
E così tra ventagli, preghiere e fastidiose zanzare si fa
comunità "sentendosi proprio a casa", afferma una signora che
prega sul cancello della sua abitazione. L'immagine che
raffigura l'Assunta, vede una Madonna vestita di bianco e
azzurro e con le braccia aperte.
"La bellezza della Madonna è di poterci dare il senso della
vera vita, la vita di Dio. Ecco che allora nel quadro, Lei
accoglie: ha accolto Gesù e accoglie tutti noi. Ed è la
meraviglia della festa dell'Assunta", conclude don Michele.
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