(V. 'Furti, rapina e riciclaggio: 6 arresti ...' delle 7:26)
"Abbiamo compiuto uno sforzo
ciclopico di controllo del territorio per contrastare l'attività
degli indagati che si sono rivelati un gruppo organizzato,
spregiudicato e pronto a tutto per di portare a termine i furti
e le rapine pianificate". Così, il comandante provinciale dei
carabinieri di Barletta - Andria - Trani, il colonnello
Massimiliano Galasso ha definito, nel corso della conferenza
stampa a Trani, l'attività delle sei persone arrestate ad Andria
con l'accusa, contestata a vario titolo di associazione per
delinquere, rapina, furto e riciclaggio nell'ambito
dell'inchiesta denominata Raptor.
Quattro degli indagati sono in carcere, gli altri due ai
domiciliari, tutti sono di Andria. Si tratta di Massimo Grillo
di 51 anni, Nicola Sgaramella di 48 anni, Pietro Moschetta di 45
anni, dei 50enni Vincenzo Lombardi e Riccardo Zingaro e Giovanni
Terlizzi di 39 anni. Una organizzazione retta da tre di loro che
decidevano e pianificavano i furti e le rapine da compiere, gli
altri invece avrebbero avuto compiti legati alla logistica
oppure "erano vedette che avvisavano del possibile arrivo delle
forze dell'ordine", ha spiegato il colonnello.
L'indagine durata tre mesi, da dicembre 2023 al marzo scorso,
ha permesso di accertare che il gruppo sarebbe responsabile di
una rapina ai danni di una azienda di trasporti di Andria, di
tre furti messi a segno a Matera, Trani e San Benedetto del
Tronto, di uno tentato a Trani e del riciclaggio di un trattore
stradale risultato rubato. Nel loro mirino finivano per lo più
mezzi pesanti e macchine operatrici. "Una refurtiva del valore
di oltre 400mila euro che abbiamo recuperato", ha chiarito il
maggiore Paolo Milici responsabile del Nucleo investigativo dei
carabinieri Bat. "Tre le possibilità di uso dei mezzi rubati -
ha puntualizzato Galasso - la restituzione alla vittima previo
pagamento di una somma di denaro, la vendita su mercati
paralleli e l'ultima consiste nell'incendiarli". "Questi sono
reati che incidono sull'economia legale perché togliere un mezzo
d'opera a una impresa vuol dire non solo bloccare la produzione
ma anche perdita di posti di lavoro", ha sottolineato Galasso.
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