I carabinieri di Bari hanno arrestato
due persone (una in carcere, l'altra ai domiciliari) ritenute
responsabili dell'omicidio di Massimiliano Cavotta, di 30 anni,
ucciso con sette colpi di pistola e due di fucile ad Altamura
(Bari) la sera dell'11 ottobre 2003. Cavotta, al momento
dell'omicidio, stava tornando a casa insieme a sua moglie e al
figlio di tre anni - che riuscirono a fuggire - e fu colpito a
morte poco dopo aver parcheggiato la macchina. Ai due indagati è
stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal
gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura-Direzione
distrettuale antimafia. Rispondono in concorso di omicidio
volontario premeditato, detenzione e porto di armi da fuoco,
aggravati dal metodo e dall'agevolazione mafiosa.
L'attività investigativa, condotta con servizi di
avvistamento, pedinamento e supportata dalle dichiarazioni di
collaboratori di giustizia, ha permesso di raccogliere indizi
nei confronti di due arrestati e di individuare il movente
dell'agguato. Cavotta, in passato, aveva avuto dei contrasti con
alcuni esponenti della criminalità organizzata altamurana e, il
28 febbraio 2003, aveva ferito a colpi di pistola un elemento di
spicco di un clan rivale. E proprio quest'ultimo, spiegano i
carabinieri in una nota, "a distanza di pochi mesi, insieme ad
un suo affiliato, attuò la vendetta in modo deciso ed
eclatante".
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