"È ferita che non si rimarginerà
mai, per la famiglia, per i colleghi, per gli amici di Carlo.
Rimarrà sempre un ricordo indelebile. E noi cerchiamo in tutti i
modi, attraverso manifestazioni o con le attività che portiamo
avanti, a generare interesse soprattutto nelle giovani
generazioni" perché "si avverte ora più che mai, la necessità di
dare testimonianze e di dare esperienze, di suscitare il loro
interesse perché siamo connessi ma siamo tutti quanti isolati".
Lo ha detto Giovanni de Trizio, fratello di Carlo, uno dei
militari morti a Nassiriya nell'attentato avvenuto il 12
novembre 2003, a margine della commemorazione che si è svolta
questa mattina a Bisceglie, e organizzata in memoria anche di
Pierdavide De Cillis, morto nel 2010 a Herat.
Rispondendo ai cronisti che gli hanno chiesto un commento
sugli scontri avvenuti a Bologna, avendo un fratello morto
indossando la divisa, de Trizio ha dichiarato di aver provato
"una tristezza estrema per un Paese democratico e liberale in
cui non abbiamo limitazioni. Sono state una pugnalata al cuore".
Se un corteo "degenera" in scontro "vuol dire - ha sottolineato
- che non c'è possibilità di dialogo".
"Viviamo in un momento molto complesso in cui le istituzioni
e la fiducia nelle Istituzioni sono in calo e tante volte è a
rischio anche la tenuta delle delle Istituzioni", ha aggiunto il
sindaco di Bisceglie, Angelantonio Angarano spiegando che "le
forze dell'ordine che oggi sono presenza costante del nostro
territorio, sono fondamentali non soltanto in quanto presidio di
legalità ma anche e soprattutto per l'attività di prevenzione".
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