La polizia di Stato ha arrestato e
portato in carcere quattro pregiudicati di Bari ritenuti membri
del clan Strisciuglio. I quattro sono accusati di estorsione e
tentata estorsione nei confronti dei titolari delle bancarelle
di fuochi d'artificio (abusivi) nel quartiere Libertà di Bari,
di detenzione e porto illegale d'arma da fuoco - armi usate
anche per intimidazioni -, detenzione al fine di spaccio e
spaccio di cocaina, hascisc e marijuana sempre nel quartiere
Libertà. Agli arrestati è contestata anche l'aggravante mafiosa,
i fatti risalgono ai mesi di novembre e dicembre 2018.
L'ordinanza, richiesta dalla Dda di Bari, è stata emessa dal
gip.
Questi arresti, spiegano gli investigatori, costituiscono gli
"ultimi provvedimenti cautelari derivanti dalle indagini avviate
nel 2018 dalla Procura Distrettuale Antimafia, a seguito del
duplice tentato omicidio di due pregiudicati del clan Palermiti,
consumato nel quartiere Madonnella di Bari". Nell'estate del
2018, infatti, il clan Strisciuglio del quartiere San Paolo
provò a conquistare la piazza di spaccio del Madonnella
estromettendo i Palermiti, da sempre egemoni sul quartiere. Una
faida, questa, che il 24 settembre di quell'anno - dopo il
tentato omicidio di due pregiudicati dei Palermiti - portò
all'omicidio di Walter Rafaschieri e al grave ferimento del
fratello, Alessandro. Per quella vicenda, di recente, Giovanni
Palermiti (figlio del boss Eugenio) è stato condannato a 20 anni
di reclusione in Appello. In primo grado era stato condannato
all'ergastolo.
Ai venditori abusivi di fuochi d'artificio del quartiere
Libertà di Bari avrebbero chiesto soldi (tra i 100 e i 300 euro
per bancarella) o batterie di fuochi per poterli vendere nel
territorio di competenza del clan Strisciuglio. A due venditori,
poi, il 25enne Ivan Caldarola avrebbe chiesto 5mila euro in
fuochi pirotecnici per "dare il pensiero a papà" Lorenzo, capo
dell'articolazione del Libertà del clan, e per mantenere amici e
compagni in carcere. Caldarola, oggi, è finito in carcere
insieme a Antonio Raggi (25 anni), Francesco Mastrogiacomo (34)
e Saverio De Santis (36), con le accuse a vario titolo di
estorsione e tentata estorsione, detenzione e porto illegale di
arma da fuoco (reati con aggravante mafiosa), detenzione a fine
di spaccio e spaccio di cocaina, hascisc e marijuana. Le armi
sarebbero state usate in più occasioni per alcune plateali
intimidazioni, i fatti si riferiscono ai mesi di novembre e
dicembre 2018.
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