"Dopo tutto quello che è successo
sull'ex Ilva l'unico modo che c'è per gestire la vertenza è dare
una garanzia ai lavoratori, ai cittadini di Taranto e ai
cittadini italiani e anche degli altri stabilimenti attraverso
una presenza dello Stato con un ruolo attivo e di indirizzo e di
controllo rispetto alla strategicità del siderurgico. Non come
in passato, semplicemente per notificare le scelte che erano
state già prese dal soggetto privato che, come dimostrano le
cronache, ha distrutto l'azienda". Lo ha detto il segretario
generale della Fiom Cgil Michele De Palma intervenendo
all'assemblea generale del sindacato a Taranto in cui si è
discusso delle grandi vertenze, dello sciopero generale e del
rinnovo del CCNL. Sono intervenuti anche la segretaria generale
della Cgil Puglia Gigia Bucci, il segretario della Cgil Taranto
Giovanni D'Arcangelo, il segretario generale della Fiom Cgil
Taranto ; Francesco Brigati e Massimiliano Del Vecchio, avvocato
della Consulta giuridica Fiom nazionale, oltre a delegati e
attivisti.
Secondo De Palma "è indiscutibile il fatto che la golden
power non garantisca la gestione strategica e l'intervento nel
capitale e quindi anche nel consiglio di amministrazione. La
golden power è un altro strumento che tra l'altro viene messo
in campo spesso in situazioni in cui poi dopo non raggiunge gli
effetti ma sono solo delle raccoandazioni. Lo stiamo vedendo
sul tavolo della ex Whirlpool". Il governo, ha aggiunto, "dice
che ha esercitato la golden power ma poi hanno detto di voler
chiudere lo stabilimento e licenziare le persone. Quindi non
confondiamo gli strumenti. Io penso che per la situazione che
c'è oggi sia necessario anche per i soggetti privati avere la
presenza dello Stato dentro il futuro dell'Ilva. Non è
statalismo, è garanzia di rilancio industriale".
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