Resta in carcere Giacomo Olivieri,
l'ex consigliere regionale pugliese arrestato lo scorso 26
febbraio per scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione.
La decisione è stata presa dal tribunale del Riesame di Bari,
che ha rigettato l'appello della difesa contro la decisione del
gup che aveva già negato la sostituzione della misura carceraria
con i domiciliari presentata la scorsa settimana dagli avvocati
Gaetano e Luca Castellaneta. Olivieri è uno dei personaggi
chiave dell'inchiesta di Dda e squadra mobile di Bari 'Codice
interno', che ha svelato i presunti intrecci tra mafia, politica
e imprenditoria cittadina.
Secondo l'accusa, nel 2019 avrebbe favorito l'elezione al
Consiglio comunale di Bari della moglie, Maria Carmen Lorusso
(per circa otto mesi ai domiciliari), raccogliendo voti dai clan
Parisi, Strisciuglio e Montani di Bari. L'inchiesta si è poi
divisa in due filoni processuali: Olivieri è imputato in
abbreviato insieme ad altri 107 imputati, Lorusso è invece in
ordinario con altri 14. Gli oltre 130 arresti di febbraio scorso
- insieme alla disposizione dell'amministrazione giudiziaria per
l'Amtab, la municipalizzata dei trasporti - convinse il
Viminale a nominare una commissione d'accesso per valutare
eventuali infiltrazioni mafiose nell'amministrazione comunale.
Sul tavolo del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che
dovrà scegliere se proporre o meno al Consiglio dei ministri lo
scioglimento del Comune, c'è da metà novembre la relazione del
prefetto di Bari Francesco Russo.
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