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Asl Bari, nel 2023 in aumento prestazioni riservate alle donne

Asl Bari, nel 2023 in aumento prestazioni riservate alle donne

Si a Bilancio di genere, parte femminile maggiore tra dipendenti

BARI, 20 dicembre 2024, 18:28

Redazione ANSA

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Quasi il 58% delle prestazioni ambulatoriali erogate dalla Asl Bari nel 2023 (7.073.215), è stata garantita alla popolazione femminile, rispetto al 42% di quella maschile, con un aumento complessivo del 5% delle prestazioni erogate a tutti. Tra le 1.981 diverse tipologie di prestazioni erogate, comprendenti visite specialistiche, diagnostica per immagini, patologia clinica, day service, dialisi ed altre prestazioni, 91 sono tipicamente destinate solo a donne, mentre quelle per gli uomini sono 19. Sono questi alcuni elementi che emergono dal 'Bilancio di genere' dell'Asl Bari attraverso i dati raccolti, analizzati ed elaborati dal gruppo operativo coordinato dalla Uoc Controllo di Gestione. In crescita anche il numero dei ricoveri ordinari, 45.537 nel 2023 rispetto ai 42.263 dell'anno precedente (+7,7%), con una percentuale di donne destinate al ricovero rimasta sostanzialmente invariata e maggioritaria (53,6%). Tra le prestazioni 'tipiche', per le donne la diffusione "della partoanalgesia, con punte del 51% all'ospedale Di Venere (il servizio è comunque garantito h24 in tutte le Ostetricie e Ginecologie della Asl)". L'estensione dello screening mammografico è passato dal 31% del 2018 all'81% del 2023, mentre quello del cervicocarcinoma è oggi in grado di raggiungere il 100% delle donne rispetto "alla frenata imposta dalla pandemia" nel 2020 (53%). Le cure domiciliari rappresentano un altro settore in cui il genere femminile si conferma prevalente: nel 2023 sono stati assistiti a domicilio 24.332 utenti, di cui 16.149 donne.
    Sul versante del personale in servizio nella Asl Bari, per il 2023 si registrano 9.227 dipendenti (in aumento rispetto ai 9.156 nel 2022), con una netta prevalenza del sesso femminile, pari al 64% (5.842) della forza lavoro complessiva, più alta nel comparto (66%) che nella dirigenza (58%).
   

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