"Abbiamo trovato una realtà intollerabile.
E' il secondo carcere in Italia per sovraffollamento, dopo San Vittore, con 651 detenuti" a fronte di una capienza di 280 persone.
E' il commento di Sergio D'Elia,
segretario dell'associazione Nessuno tocchi Caino, che questa
mattina ha visitato il carcere di Foggia con l'associazione
radicale di Foggia Maria Teresa Di Lascia e la Camera penale di
Capitanata. "In una situazione del genere - prosegue - a
soffrire non sono solo i detenuti, ma anche gli operatori
penitenziari e gli educatori". Stando a quanto riferito da
D'Elia, "gli educatori presenti sono sette, come previsto, ma su
una pianta organica di 280 detenuti. Così come i poliziotti
penitenziari sono 238", sempre su una popolazione carceraria di
280 persone.
"Apprezzo l'enorme lavoro ed esprimo solidarietà alle figure
di comando del carcere di Foggia perché - prosegue - cercano di
fare quello che lo Stato non fa, cioè ridurre il danno di una
struttura che non è solo un istituto di privazione della
libertà, ma anche di privazione della salute e della vita, visto
il recente suicidio". Per D'Elia "bisogna avere il coraggio di
ridurre drasticamente il numero dei detenuti. Amnistia, indulto,
liberazione anticipata speciale per coloro che si comportano
bene? Scelga il governo, ma non può dire che queste sono misure
che esprimono la resa dello stato. La resa dello Stato è
evidente ogni giorno per come lo Stato tratta non i detenuti".
Norberto Guerriero, dell'associazione radicale Maria Teresa
Di Lascia, chiede infine "all'amministrazione comunale che
introduca al più presto la figura del garante cittadino dei
detenuti. Questa figura potrà aiutare ad affrontare le
emergenze".
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