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In evidenza
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In collaborazione con CGIL Puglia
"La vertenza dei 1.500 lavoratori dei
call center impegnati sulla commessa Enel tutelato, all'indomani
della chiusura del mercato tutelato per quello libero, sia un
monito per la politica locale e nazionale". Lo affermano Gigia
Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia, e Nicola Di
Ceglie, coordinatore generale Slc Cgil Puglia. "In Puglia -
evidenziano - la vertenza tocca circa 300 persone, divise tra
Molfetta e Taranto con i call center Network e Covisian: questi
territori, già fortemente sotto pressione per le tantissime
vertenze, non possono perdere nemmeno un posto di lavoro, specie
quando - come in questo caso - è la miopia della classe
dirigente politica a creare disastri. Sarebbe bastato banalmente
che il Governo lasciasse le cose così come erano, mantenendo
l'ormai famoso articolo 36 ter, per salvaguardare tutti questi
lavoratori: ma l'arroganza ed il servilismo ai poteri forti e
lobbies, rischia di consegnare il destino di migliaia di
famiglie a condizioni davvero difficili. Lo ribadiamo: non è una
vertenza dettata da crisi di mercato o contrazioni, ma
dall'inettitudine di chi oggi ci governa".
"La mobilitazione voluta dal sindacato confederale e dai
lavoratori in questi giorni, con punte altissime anche del 100%
- proseguono - ha un grande valore e ci consegna una grande
responsabilità. Il primo grande risultato è l'aver ottenuto la
convocazione al ministero dell'Energia per il 3 gennaio: un
ottimo risultato visto che sino ad ora istituzioni e partiti si
erano mostrate sorde alle richieste di incontro sindacali. Per
cui un plauso importante va fatto ai lavoratori, anche pugliesi,
che si sono spesi. Ma lancia un monito anche alla politica
locale e regionale: ci si torni ad occupare dei problemi reali
della gente".
In collaborazione con CGIL Puglia
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