In occasione della Giornata
internazionale delle persone con disabilità, Amazon annuncia
un'iniziativa di inclusione lavorativa di persone con fibrosi
cistica. Il progetto, avviato nei centri di distribuzione Amazon
a Colleferro (Roma) e Passo Corese (Rieti), "ha rappresentato
una nuova occasione per l'azienda di ridefinire gli standard di
accessibilità e inclusione negli ambienti di lavoro. - riferisce
una nota. - Per farlo è stata fondamentale la collaborazione
della Lega italiana fibrosi cistica"
"Siamo orgogliosi di essere parte integrante di questo progetto.
- spiega Lorenzo Barbo, Responsabile Amazon Italia Logistica -
Per offrire alle persone con fibrosi cistica un luogo di lavoro
sicuro e accessibile, ci siamo affidati al prezioso aiuto degli
esperti, con i quali abbiamo trovato le soluzioni migliori per
adattare i nostri processi, metodi e postazioni di lavoro. Il
nostro obiettivo primario è consentire a tutti i nostri
dipendenti di lavorare in sicurezza".
L'azienda ha eseguito un'analisi del completo processo e delle
procedure con la redazione di un questionario pre-assuntivo
specifico. - si spiega - Inoltre, con l'obiettivo di evitare
infezioni tra lavoratori con fibrosi cistica, Amazon ha adottato
misure preventive richieste dalla Lifc in accordo con la Società
italiana fibrosi cistica. Ogni dipendente con fibrosi cistica è
stato assegnato a postazioni specifiche, su processi diversi e,
dove possibile, su turni diversi. La postazione di lavoro viene
sanificata e ogni dipendente ha una pausa differenziata in
un'area dedicata. Viene offerta inoltre la possibilità di
usufruire di pause aggiuntive e, eventualmente, di turnazione
part-time. La qualità dell'aria nei magazzini viene monitorata.
"È stato fatto un altro importante passo per rendere la
fibrosi cistica meno 'invisibile' e ringraziamo Amazon per aver
scelto di essere al nostro fianco" afferma Antonio Guarini,
presidente della Lifc. "La fibrosi cistica", prosegue, "è una
malattia genetica che non danneggia in alcun modo le capacità
intellettive e non si manifesta sull'aspetto fisico, né alla
nascita né in seguito nel corso della vita, per questo viene
definita la 'malattia invisibile'".
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