Ledha, Fand e altre 21
associazioni lombarde si rivolgono alla premier Giorgia Meloni,
alle ministre del Lavoro, Marina Calderone, e alla Disabilità,
Alessandra Locatelli e all'assessore regionale alla Famiglia e
pari opportunità Elena Lucchini per chiedere di modificare il
Piano nazionale per la non autosufficienza o sono pronte a
"scendere in piazza".
Due mesi fa le associazioni avevano lanciato un appello
sull'applicazione del Piano regionale per la non
autosufficienza, in attuazione di quanto previsto dal Piano
nazionale. "Un provvedimento che, a partire dall'1 giugno 2024 -
scrivono in una nota le associazioni - prevede un decurtamento
del contributo per l'assistenza ai caregiver familiari per
almeno settemila persone con gravissima disabilità". Dopo "due
mesi di intenso confronto, di sollecitazioni e di dialogo -
prosegue la nota - nessun risultato concreto è stato raggiunto.
Se non verranno scongiurati i tagli ai contributi per i
caregiver familiari le associazioni di persone con disabilità
saranno costrette a scendere in piazza".
Senza "adeguati correttivi" al Piano per la non
autosufficienza, "le conseguenze saranno drammatiche, non solo
in Lombardia, ma in tutto il Paese. La Lombardia, infatti, è
stata la prima Regione ad applicare le indicazioni del nuovo
Piano nazionale per la non autosufficienza 2022-2024 che, alla
sua entrata in vigore a partire dall'1 giugno - sottolineano -
comporterà un taglio di 250 euro agli assegni di cura, che
passano mediamente da 650 a 400 euro mensili, rendendo la
posizione dei caregiver familiari ancor più precaria".
"Abbiamo compreso che le Regioni, inclusa la Lombardia -
commentano i presidenti di Ledha Alessandro Manfredi e di Fand
Angelo Achilli - potranno solo impegnarsi per attutire il danno,
limitando le ricadute. Noi invece vogliamo essere certi che le
persone con disabilità continuino a ricevere il contributo di
cui hanno diritto".
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