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Ranieri: 'Uun inedito e un duetto con Ferro'

Direttore artistico? Perché no. Belli i festival senza politica

Giorgiana Cristalli ROMA

A 32 anni dal trionfo al Festival di Sanremo, 'Perdere l'amore' tornerà a riecheggiare nel teatro Ariston. Massimo Ranieri la canterà insieme a Tiziano Ferro. Il Festival sarà anche l'occasione per presentare fuori gara una canzone inedita, 'Mia ragione', che anticipa la pubblicazione del nuovo album di Ranieri, in uscita in primavera. In futuro potrebbe anche accettare di fare il conduttore e direttore artistico. All'ANSA dice: "Se me lo proponessero ci penserei, anche se mi si accappona la pelle". E' contento dello "strano connubio" con Tiziano Ferro. Il duetto dovrebbe essere inserito in scaletta nella seconda serata della kermesse. "Tiziano ha dichiarato di essere rimasto fulminato quando nel 1988, davanti alla tv insieme al papà, mi vide a Sanremo con 'Perdere l'amore'. E' stato lui a cercarmi insieme ad Amadeus - racconta Ranieri - e sarò felicissimo di ricantarla con questo grande artista. Speriamo che sia un bel momento, la canzone lo merita, è 'la' canzone per antonomasia. Proprio un anno fa ci lasciava l'autore Giampiero Artegiani". Il nuovo album, frutto di anni di lavoro a distanza con Gino Vannelli, che ha anche curato gli arrangiamenti, "includerà - spiega - qualche inedito e molte piccole grandi canzoni del passato che non sono state grandi successi perché non le ho promosse, avendo lasciato la musica, in quegli anni, per dedicarmi di più al teatro". Alcuni esempi? 'Via del conservatorio', 'Quando l'amore diventa poesia' (Sanremo '69), 'Per una donna', 'Sogno d'amore', 'Le braccia dell'amore'. Un'altra canzone dell'album, cantata con Vannelli, è 'We are brothers' (nella versione italiana 'Siamo uguali'). Tra le tracce ci sarà anche 'Je ne veu sais que toi', il prezioso inedito che Charles Aznavour regalò a Massimo Ranieri, pochi anni prima di morire. "Mi disse 'fanne ciò che vuoi'. E' un testo molto particolare e bello, adattato in italiano da Gianni Togni. Un pezzo 'aznavoiuriano' in cui Ranieri si riconosce dopo aver inserito nel suo repertorio l'inossidabile 'L'istrione'. Tornando a Sanremo, dopo Morandi e Baglioni, Ranieri potrebbe valutare l'idea di lanciarsi nell'avventura della guida del Festival. "Certo che ci penserei - risponde all'ANSA - anche se è una roba dantesca per la grande responsabilità che Sanremo comporta. Dovrei prendermi sei mesi di vacanza da concerti, teatro e film, ma sarei un ipocrita a dire che non valuterei la proposta". Consapevole della eco mediatica di ogni cosa che accade nell'ambito di Sanremo, anche alla luce delle polemiche di quest'anno, Ranieri auspica un glorioso ritorno del Festival alle origini "quando per alcuni giorni, in totale relax, si ascoltavano bellissime canzoni, con melodie e testi importanti, con grandissimi cantanti come Domenico Modugno, Claudio Villa, Johnny Dorelli, tutti calibri da 90. Ero un ragazzino, erano i miei divi, li guardavo e ascoltavo a bocca aperta". Sarebbe bello, osserva, recuperare "la spensieratezza" di allora, quando, mentre il Paese cresceva, il Festival della canzone italiana lasciava fuori la politica. La musica è cambiata e tra i generi presenti al Festival si fanno strada rap e trap. "Mi divertono molto il rappismo e il trappismo. Molti ragazzi dicono cose intelligenti ed interessanti. Un rapper, Mc Hammer, mi conquistò proprio a Sanremo tanti anni fa", racconta Ranieri. "Il limite è sempre il buon senso - aggiunge - ma non parlerei di censura. Proprio io, anni fa, curavo la regia della Traviata al teatro San Carlo di Napoli e mi rifiutai di modificare una scena in cui dicendo 'Pagata io l'ho', spingevo sul tavolo da gioco lei, prendevo i soldi e glieli mettevo tra le gambe. Faceva la prostituta, era quello il senso. Bisogna fare però grande attenzione ai testi, alla violenza, all'emulazione". Cambiano i tempi e cambia anche il linguaggio e la soglia di tolleranza. "'Resta cu' mme' di Mimmo fu censurata perché un verso diceva "'Nun 'me 'mporta do passato. Nun 'me 'mporta e chi t'ha avuto", ricorda Ranieri. Mimmo, Domenico Modugno, è sempre nel suo cuore. "Abbiamo avuto un bellissimo rapporto. Ho inciso di recente un provino di una sua canzone, 'Sei così bella e così sola'. Franca, la moglie, è stata contenta. Non mi è sembrata adatta al prossimo album, prima o poi uscirà". Se l'idea di intitolare il teatro Ariston di Sanremo a Modugno, in occasione del Festival, dovesse concretizzarsi, Ranieri ne sarebbe felice. "E' un'idea giustissima - conclude - intitolare i teatri a grandi attori e musicisti". Ranieri sarà anche nel nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo 'Odio l'estate', nelle sale dal 30 gennaio. "E' delizioso e divertente. Canto anche 'Erba di casa mia' con Aldo", conclude sorridendo.

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