Quarto quadro di Achille Lauro al Festival di Sanremo. "Sono il punk rock, la cultura giovanile, San Francesco che si spoglia dei beni, Giovanna D'Arco che va al rogo, Prometeo che ruba il fuoco degli dei, l'estetica del rifiuto dell'appartenenza all'ideologia. Dio benedica chi se ne frega", è l'introduzione alla performance con cui l'artista si presenta in scena in abito da sposa, seta e piume bianche, brandendo la bandiera italiana, tra un accenno all'inno di Mameli e la marcia nuziale. Bacia Boss Doms sulla bocca, citando l'esibizione dell'anno scorso, poi canta 'Me ne frego' e 'Rolls Royce' coinvolgendo Fiorello, in mantello nero e corona di spine. Alla fine dell'esibizione, Fiorello resta immobile al centro del palco: "Non posso parlare, sono ligio al mio ruolo, sono un olio, un quadro di Achille Lauro", scherza e viene portato via di peso.
Sono il Punk Rock.
Icona della scorrettezza.
Purezza dell’anticonformismo.
Politicamente inadeguato.
Cultura giovanile.
San Francesco che si spoglia dai beni,
Elisabetta Tudor che muore per il popolo.
Giovanna D’Arco che va al rogo.
Prometeo che ruba il fuoco agli dèi.
Sono un bambino con la cresta,
Un uomo con le calze a rete,
Una donna che si lava dal perbenismo e si sporca di libertà.
Sono l’estetica del rifiuto,
Il rifiuto dell’appartenenza ad ogni ideologia.
Sono Morgana che tua madre disapprova.
Contro l’omologazione del “si è sempre fatto così”.
Sono Marilù.
Dio benedica chi se ne frega.