L'antica laveria idrogravimetrica Lamarmora del villaggio minerario di Nebida, nel Sulcis, a rischio crolli, verrà messa in sicurezza. Lo hanno deciso il Parco geominerario della Sardegna in collaborazione con la Sovrintendenza dei beni culturali, il coordinamento del Piano Sulcis, la società Igea, il comune di Iglesias, la Provincia del Sud Sardegna e l'assessorato regionale dell'Industria.
Per l'edificio, realizzato nel 1897 a picco sul mare per una superficie complessiva di 2.000 metri quadrati dove venivano trattati dalle cernitrici i minerali di piombo e zinco che venivano frantumati, sfangati e classificati, sono disponibili 650mila euro stanziati dal Geoparco. Con il primo intervento urgente sarà utilizzata una prima tranche di circa 150mila euro. La somma restante sarà impegnata per un progetto che considera l'insieme della laveria e le rampe di accesso dal mare e dal centro abitato. Sulla base del progetto saranno ricercati altri fondi necessari per l'intera opera di salvaguardia.
Soggetto attuatore sarà la Sovrintendenza, mentre la Provincia del Sud Sardegna è già impegnata a realizzare il restauro dell'approdo, sulla base del protocollo per il Piano Sulcis sottoscritto dalla ex Provincia di Carbonia Iglesias, comprendente il programma di restauro degli approdi minerari a Masua, Portixeddu e Buggerru. Scontano invece i ritardi per lo scioglimento della Provincia sulcitana gli interventi programmati a Nebida e Cala Domestica.
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