Arrivano i primi riconoscimenti da parte dell'Inail a tre ex lavoratori dell'Enichem di Ottana per le malattie professionali causate dall'amianto. Dopo 15 anni dall'inizio della battaglia degli ex dipendenti e dei familiari superstiti si è aperto uno spiraglio per tanti malati.
Soddisfazione è stata espressa dall'Associazione italiana esposti amianto (Aiea): "ma c'è ancora tanto da fare per garantire a tutti i lavoratori delle fabbriche chimiche sarde il diritto a una sorveglianza sanitaria efficiente".
Asbestosi per esposizione all'amianto, ma anche carcinoma polmonare, malattie che hanno interessato un lavoratore in vita e due ormai morti, che ora hanno un riconoscimento ufficiale.
"E' un fatto di straordinario valore - ha detto Sabina Contu, presidente di Aiea Sardegna - che apre la strada al riconoscimento dei diritti di centinaia di lavoratori delle fabbriche, per le famiglie dei tanti, troppi, che sono già deceduti, e dei tanti che si sono ammalati e si stanno ammalando, con gravi patologie".
Sono ad oggi 121 i lavoratori dell'ex sito chimico deceduti per gravi patologie contratte negli ambienti saturi di amianto e di altri veleni, dati raccolti con l'azione di Aiea, Cgil e Anmil, in assenza ad oggi di un registro regionale dei tumori.
"Ma si stima che il numero dei decessi e dei malati - ha spiegato Aiea - sia superiore. Uno degli ultimi deceduti è stato Giovanni Maria Cinellu, strappato alla vita da sei tumori, 'acquisiti' lavorando per circa 30 anni nel famigerato reparto At 5: su 35 operati e tecnici che vi hanno lavorato, oltre la metà sono già deceduti in età fra i 50 e i 65 anni, mentre i superstiti sono quasi tutti gravemente malati".
Sempre alta l'attenzione sul "caso Ottana" che è giunto anche alla presidente della Camera Laura Boldrini, a molti parlamentari, al Consiglio regionale. Si attendono i risultati dell'inchiesta della magistratura con l'indagine effettuata dai carabinieri del Noe, ed è imminente la visita della Commissione infortuni del Senato, con il procuratore generale della Cassazione, Bruno Giordano, e il professor Domenico Della Porta.
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