A distanza di tre mesi dalla lettera dal carcere nella quale Giovanni Murru, l'uomo di 46 anni arrestato per aver ucciso con dieci coltellate la moglie, Federica Madau, di 32 anni, ricordava quel tragico 2 marzo dello scorso anno, definendosi "uno schifoso assassino", spunta un nuovo scritto.
La prima missiva raccontava il giorno dell'omicidio visto con i suoi occhi, ora ripercorre le ultime ore della moglie parlando in prima persona dal punto di vista di Federica, come rivela L'Unione Sarda. Così l'uomo, in carcere con l'accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di coniugio e in attesa della sentenza del rito abbreviato prevista per il 22 giugno, prova ad esprimere quelle che, secondo lui, sono stati i pensieri della moglie quel tragico giorno.
"Cerca di farmi cadere il cellulare con un colpo, però io sono più veloce di lui, metto il cellulare in tasca e gli do una ginocchiata. Peccato, l'ho preso solo di striscio - scrive il quotidiano citando la lettera - gli rido in faccia perché appena porto le bambine dai miei vado in caserma e lo denuncio di nuovo, finirà in galera questo bastardo".
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