Le detenute della casa circondariale di Cagliari Uta Ettore Scalas hanno voluto dare un segnale concreto di vicinanza, attraverso una raccolta di denaro, a medici e operatori sanitari in prima linea nella lotta al Covid-19. Un'iniziativa simile a quella che, nei giorni scorsi, avevano ideato le donne recluse a Venezia Giudecca e che viene raccontata da Gnewsonline, il quotidiano del ministero della Giustizia.
Tutto è partito da due giovani originarie di un paese dell'Oristanese: hanno avviato la sottoscrizione che ha poi ottenuto l'adesione dell'intera sezione femminile della Casa Circondariale. "E' una piccola azione (la cifra raccolta è modesta, 70 euro, ma ha un enorme valore simbolico, ndr) - sottolinea Elisa Montanari, presidente dell'Associazione 'Socialismo Diritti Riforme', attiva da anni nell'istituto - che, peraltro, denota l'attenzione delle donne detenute verso chi lavora per l'intera comunità locale e regionale, dovendo affrontare condizioni di difficoltà umane e professionali ed esprimendo al contempo la consapevolezza delle oggettive priorità".
Il direttore del carcere Marco Porcu ha dato disposizioni affinché il contributo venga immediatamente corrisposto all'ospedale 'Santissima Trinità', che ha in progetto di trasformarsi in struttura dedicata alla cura dei malati affetti da Coronavirus. "Il gesto - ha sottolineato il direttore - è un segnale importante che evidenzia comprensione e condivisione delle difficoltà che l'intera società sarda e nazionale si trova ad affrontare".
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