Sassari e Olbia si adeguano al
diktat regionale. In ossequio all'ordinanza firmata la scorsa
notte dal presidente della Regione, Christian Solinas, i due
sindaci, Nanni Campus e Settimo Nizzi, prorogano al 3 maggio i
provvedimenti che lasciano chiusi parchi, cimiteri e spiagge e
non aprono alla ripresa dell'attività per cartolerie e librerie,
come in altre parti d'Italia sta avvenendo sulla base di quel
che consente il decreto sottoscritto il 10 aprile dal presidente
del Consiglio, Giuseppe Conte.
A Sassari continua a essere vietata l'attività fisica, a
iniziare dalla ormai famigerata "corsetta", mentre a Olbia resta
fermo il vincolo di svolgere non oltre i duecento metri dalla
propria abitazione, così come nel caso della passeggiata con i
propri animali domestici. Secondo Campus e Nizzi le poche
contravvenzioni rilevate nel weekend pasquale e lo stabilizzarsi
dei dati sul contagio indicano che la strada è quella più
corretta, se si vogliono accorciare i tempi del lockdown. Semmai
Nizzi puntualizza che "in Sardegna si sarebbe potuta ipotizzare
una riapertura per le attività agricole e per i manutentori del
verde, ma anche altri lavori che si svolgono prevalentemente
all'aperto e che di norma già prevedono una certa distanza tra
le persone impiegate".
Sassari e Alghero, ma anche altre città della Sardegna, iniziano
a guardare oltre la fase emergenziale della crisi economica e
occupazionale, immaginando possibili nuovi scenari di sviluppo.
A Olbia, al contrario, non ci sarà un nuovo tavolo. "Ci siamo
già portati avanti e abbiamo già pensato al nostro futuro -
afferma Nizzi - se domani si dovesse riaprire, sapremmo cosa
fare e l'abbiamo già programmato". Più che altro, "per passare
all'azione dovremo aspettare le scelte del governo nazionale e
regionale - conclude il sindaco di Olbia - per capire da dove
ripartire, come e quando".
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