Con lockdown prolungato in pericolo il 60% delle aziende legate ai porti turistici. È l'allarme lanciato da Marinedi Group, in Sardegna rappresentato nelle marine di Villasimius, Teulada e Cagliari. E l'amministratore Renato Marconi si rivolge al Governo con una serie di richieste: "Libertà di movimento ai diportisti, proroga concessioni e annullamento delle rate 2020 e 2021". Annunciando per i prossimi tre anni investimenti in Italia per 150 milioni per passare da 13 a 25 porti turistici.
"La pandemia è stata, ad oggi, una doccia gelata su prospettive finalmente rosee - spiega Marconi - Le nostre imprese non hanno subito la sospensione delle attività in quanto appartenenti alla filiera dei trasporti, ma l'impossibilità per i clienti di entrare nei marina, sia da terra che da mare, ha bloccato l'avvio della stagione che avviene tipicamente a partire dalla Pasqua". Inevitabili le conseguenze negative.
"Oggi nei marina si svolgono le abituali attività di sorveglianza e controllo degli ormeggi e le manutenzioni dell'infrastruttura. Altro non si può fare - chiarisce l'amministratore - Per tale ragione è iniziato quasi ovunque il ricorso alla cassa integrazione soprattutto per il personale d'ufficio". Gli scenari della fase 2 non sono rassicuranti. "Un calo - stima Marconi - del 10-15% in caso di riapertura all'1 giugno per i marina stanziali e del 60-70% in caso di riapertura dei flussi turistici all'1 settembre per i marina più dedicati al transito di medio-breve periodo".