di Roberta Celot
Il meteo ci ha messo lo zampino. La tanto attesa riapertura delle spiagge è stata 'salutata' da una pioggia incessante che non ha dato tregua in tutta la Sardegna. Fotografi e cineoperatori pronti ad immortale l'assalto ai litorali dopo due lunghi mesi di lockdown, si sono dovuti accontentare di qualche scatto dei più irriducibili del jogging e della bici. E anche per i sardi l'appuntamento con la prima tintarella di stagione è rimandato al fine settimana, quando tornerà a splendere il sole.
Già, perchè soltanto di bagno di sole si parla, per quello in mare bisognerà aspettare ancora. "Le spiagge da oggi sono accessibili, la balneazione verrà", conferma all'ANSA il presidente della Regione Christian Solinas, che ha adottato in piena notte l'ordinanza sulle riaperture. E si naviga ancora tra qualche incertezza. Soprattutto per le spiagge libere: un tema non da poco per la Sardegna, dove rappresentano il 75% del totale. Qualcosa viene già precisato nel provvedimento varato la scorsa notte. "L'art. 14 dell'ordinanza - ricorda il governatore - prevede specifici protocolli con gli Enti locali. Nelle more si applicano le linee guida approvate unanimemente dalla Conferenza delle Regioni e recepite dal Governo".
Un pò pochino per una ripartenza a razzo. "Per il momento - chiarisce l'assessore degli Enti locali Quirico Sanna - in spiaggia ci si può andare per fare una passeggiata e tenendo le dovute distanze, per la balneazione attendiamo ancora un protocollo del Governo con le linee generali, che poi ogni Regione adatterà alle fattispecie concrete". Nodo litorali aperti a tutti, quelli privi di stabilimenti per i quali esistono già rigidi protocolli. "Per garantire il rispetto delle regole di sicurezza - spiega l'assessore - abbiamo chiesto risorse umane per i controlli, ma anche finanziarie, perché - sottolinea - i Comuni non possono e non devono affrontare una spesa senza avere le opportune risorse". Poi, aggiunge, "se si decide per il numero chiuso, ci deve essere qualcuno che controlli e dica che nella spiaggia non c'è più spazio".
Un richiamo, doveroso, alla Conferenza Regioni-Enti locali in cui si è deciso per un confronto costante con i Comuni costieri per venire incontro alle esigenze dei singoli territori. Il vero problema sono quindi le spiagge libere. E su questo Sanna ricorda che "l'Isola, rispetto ad altre Regioni, è avvantaggiata: è infatti previsto un controllo a monte e chi entra in Sardegna avrà un passaporto sanitario". Come sarà questo 'passaporto' - si parla di tamponi 7 giorni prima della partenza, di test rapidi all'arrivo in porti e aeroporti e di una app volontaria per il tracciamento - verrà chiarito nelle prossime settimane, dopo le indicazioni del Comitato tecnico scientifico che affianca la Regione nell'emergenza Covid. I turisti non potranno comunque arrivare prima del 3 giugno, quando cesserà l'obbligo della quarantena per chi entra in Sardegna e riprendono i collegamenti in continuità territoriale con Roma e Milano e gli scali di Cagliari e Olbia; dal 15 la ripresa è prevista per tutti gli altri aeroporti italiani e dal 25 via libera ai voli internazionali.