Dopo a diatriba istituzionale sul passaporto sanitario, la Chiesa sarda lancia un messaggio di "benvenuto" ai turisti che possono arrivare in Sardegna a fronte della riapertura dei collegamenti marittimi e aerei. In una lettera, i vescovi della Sardegna si dicono "contenti di poter condividere i doni della natura e la ricchezza delle tradizioni. Insieme con i nostri ospiti, vogliamo riscoprire il valore della solidarietà e la speranza di un mondo migliore, perché siamo convinti con Papa Francesco che 'peggiore di questa crisi, c'è solo il dramma di sprecarla'".
La missiva a firma si mons. Ignazio Sanna, vescovo delegato regionale per il turismo, contiene anche un "forte sostegno agli operatori del comparto turistico". "Desideriamo anzitutto condividere la sofferenza dei centomila lavoratori sardi impiegati nei vari ambiti dei servizi legati al turismo e che vedono in forse il buon esito della stagione a causa della pandemia del Covid-19 - si legge - Siamo vicini a quanti non riusciranno a riaprire il loro esercizio commerciale, come pure a coloro che si vedono costretti a rinviare l'apertura e ad operare, purtroppo, dei tagli di personale e di servizi. La nostra solidarietà va, inoltre, a quanti aprono o ricominciano la propria attività con notevoli sacrifici, vivendo la stagione estiva con il peso dell'incertezza".
L'auspicio dei vescovi è anche quello che possa essere incrementato il turismo locale," di prossimità, promosso dai sardi stessi a favore della loro amata Isola".
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