Le "Donne libere in lotta per il diritto alla salute" si rivolgono alla Procura di Sassari denunciando "l'impossibilità di eseguire i controlli programmati e altri urgenti per l'improvvisa chiusura degli ambulatori Aou e Ats che erogano i servizi", in particolare per i pazienti oncologici, in coincidenza con l'emergenza sanitaria da Covid 19.
Il 16 giugno scorso il loro legale, Michele Zuddas, ha presentato un esposto con allegate le segnalazioni e "numerose memorie autografe sulla negazione del diritto alla salute a opera di sardi che, a conoscenza dei fatti, sono a disposizione delle autorità competenti", riferisce l'organizzazione, annunciando che "si continuano a raccogliere testimonianze sugli accadimenti e a inoltrarle alla Procura, a integrazione dell'esposto". Le attiviste dicono, in una nota, di aver "ricevuto numerose testimonianze di pazienti che durante il Covid hanno usufruito di servizi ambulatoriali dell'Aou a pagamento, intramoenia". Per questo hanno chiesto e ottenuto dall'ufficioo trasparenza i dati sull'intramoenia che sono stati allegati all'esposto in un file.
"A partire dall'evolversi della pandemia scatenata dal coronavirus denominato Covid-19, gli ambulatori AOU e ATS della Regione Sardegna hanno sospeso l'erogazione dei servizi, in maniera indiscriminata, nonostante il grave rischio cui sono stati sottoposti i malati oncologici - scrivono nell'espoto - Le visite ed i controlli sono state annullate 'sine die' ignorando le numerose richieste dei pazienti. D'altro canto, considerate le patologie di cui sono affette le sottoscritte, le visite e i controlli potevano e dovevano considerarsi come urgenti e indifferibili. Questo problema è comune a tutti, non solo alle pazienti oncologiche senologiche che formano il primo nucleo del Movimento, ma anche a pazienti affetti da altre gravi patologie che hanno subito la stessa negazione del diritto alle cure e ai controlli, come ad esempio i cardiopatici, nefropatici, diabetici, persone affette da Sclerosi Multipla, Sla, insufficienza respiratoria ecc", spiegano nell'esposto.
AOU, NIENTE INTRAMOENIA DURANTE LOCKDOWN. "Durante il lockdown non è stata effettuata nessuna visita ambulatoriale intramoenia nelle strutture dell'Aou di Sassari, mentre sono sempre state garantite le prestazioni ambulatoriali di ogni disciplina, considerate indifferibili e urgenti". I vertici dell'Azienda ospedaliera universitaria di Sassari replicano così alle accuse mosse dal movimento Donne in lotta per il diritto alla salute, che oggi hanno annunciato di aver presentato un esposto corredato di numerose segnalazioni. "Con una circolare diffusa il 9 marzo, l'Aou ha sospeso l'attività libero professionale intramoenia - spiega l'azienda - Nelle proprie strutture ha consentito solo gli interventi chirurgici e le procedure urgenti e indifferibili, le prestazioni salvavita, quelle oncologiche-chemioterapiche, l'attività dialitica e radioterapica, quelle per cui si temeva un'evoluzione clinica rapida e infausta, i controlli ortopedici e chirurgici post-intervento, le donazioni di organi e tutta l'attività in emergenza-urgenza". Quanto alle prestazioni sanitarie rese in intramoenia allargata, ossia l'attività libero professionale svolta negli studi professionali privati, "è stata garantita per alcune prestazioni specialistiche - conclude l'Aou - considerate indifferibili e urgenti".
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