di Gian Mario Sias
Nella cartina della politica italiana Sassari è un'estrema periferia. Il blasone conquistato per aver dato i natali a due presidenti della Repubblica, Antonio Segni e Francesco Cossiga, a ministri di primissima fascia, Beppe Pisanu e Arturo Parisi per citarne due, e leader come Enrico Berlinguer, icona della sinistra italiana, e Mario Segni, ispiratore del movimento referendario, è solo un ricordo. Ma ora la provincia più estesa d'Italia è di nuovo sotto i riflettori: domenica 20 e lunedì 21 settembre ci sono le elezioni suppletive per il Senato. Si corre per il seggio di palazzo Madama lasciato vuoto dalla prematura scomparsa di Vittoria Bogo Deledda, senatrice del Movimento Cinque Stelle, morta il 17 marzo scorso. La contesa elettorale assume importanza per lo scenario politico nazionale per via dei ristrettissimi numeri della maggioranza in Senato, ma è anche un test per la Giunta e la maggioranza di centrodestra-sardista alla guida della Regione. Variegato il sistema delle alleanze. Pd e Movimento Cinque Stelle, corrono con Leu, Progressisti, Centro Democratico e Demos per sostenere Lorenzo Corda, presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Sassari. Carlo Doria, docente universitario e primario di Ortopedia delle Cliniche universitarie di Sassari, sostenuto dalla Lega rappresenta il centrodestra, ossia Psd'Az, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Udc, Riformatori, Cambiamo, Sardegna 2020, che già avevano pensato a lui come assessore regionale della Sanità. L'ortopedico potrebbe essere avvantaggiato nella corsa dopo la scelta di Italia Viva, Italia in Comune, Più Europa e Partito liberale di non unirsi a quello che hanno definito "l'abbraccio mortale" tra Pd e M5S, puntando su Agostinangelo Marras, avvocato penalista conosciuto anche oltre Tirreno. Corre da solo il Psi con il medico Gian Mario Salis. "Il voto è vitale per il governo", è l'appello di Corda nell'ultimo scampolo di campagna elettorale che si chiude stasera. "La Sardegna può cambiare l'Italia, se vinciamo Conte non ha più maggioranza", è il mantra di Doria a poco più di 48 ore dall'apertura delle votazioni. "Il voto deve mettere a nudo le carenze della politica", è la sfida di Agostinangelo Marras, mentre per Salis "in questo momento l'Italia non ha bisogno di una crisi di governo".
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