DI ROBERTO MURGIA
Personale medico e posti letto in terapia intensiva e non: su questi due fronti si stanno concentrando in queste ore gli sforzi della Regione Sardegna, che tra stanotte e domani saprà se sarà inserita nell'area di rischio più moderata tra le tre che saranno individuate nel prossimo Dpcm del premier Conte. Sul versante degli organici, sono 727 le domande arrivate alla scadenza del bando destinato a medici abilitati ma non specializzati da assumere in tutti i presidi dell'Isola per l'emergenza Covid-19.
Il reclutamento, ha confermato all'ANSA il commissario straordinario dell'Ats Massimo Temussi, inizierà da domani. Gli assunti saranno contrattualizzati per sei mesi e dislocati tra i dipartimenti territoriali di igiene e prevenzione, con l'obiettivo quindi di potenziare il servizio di tracciamento dei contatti, le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e gli stessi reparti degli ospedali. "La battaglia si vince sui territori - ha ribadito l'assessore della Sanità Mario Nieddu - bisogna potenziare i tracciamenti per abbattere le catene dei contagi, coinvolgere i medici di famiglia che dovranno farsi carico dei propri pazienti, per poi attivare le Usca che seguono i malati a domicilio impedendo che finiscano ospedalizzati".
La pressione sulle strutture ospedaliere è infatti l'altra grande incognita su cui sta lavorando la Regione. A livello di terapie intensive sono in via di attivazione 8 posti nuovi rispettivamente al Policlinico Sassarese e al Mater Olbia, e 10 nell'ospedale da campo di Nuoro non appena diventerà operativo. A fronte di un tetto di 590 posti letto tra intensive e non, i ricoverati, secondo l'ultimo bollettino dell'unità di crisi, sono in tutto 382. Attualmente i Covid Hospital pubblici sono quattro: il Santissima Trinità di Cagliari (6 reparti Covid), la Cliniche San Pietro di Sassari, l'ospedale San Francesco di Nuoro (più l'ospedale da Campo) e il San Martino di Oristano.
A questi si aggiungono due strutture private convenzionate (il Mater e il Policlinico Sassarese). Potrebbero, però, non essere sufficienti a reggere l'urto e per questo la Regione non esclude di individuare ulteriori reparti Covid in altri ospedali. Per esempio presso il Binaghi di Cagliari. Ma - apprende l'ANSA - si tratta solo di un'ipotesi, tra le altre, che l'amministrazione deve tenere in considerazione alla luce dell'aumento dei contagi. Intanto, secondo l'ultimo monitoraggio dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), la percentuale di posti letto di terapia intensiva occupata da pazienti Covid−19 in Sardegna è del 24% (28% media italiana), e sempre del 24% quella dei posti non intensivi (media italiana 37%). La soglia da non superare è quella del 30%.
APRE AL SANTISSIMA TRINITA' IL SESTO REPARTO COVID - Sarà aperto mercoledì il nuovo reparto per pazienti positivi al coronavirus al Santissima Trinità di Cagliari, l'unico Covid-Hospital del sud Sardegna. La direzione sanitaria ha 'recuperato' altri 22 posti nel reparto di chirurgia generale. È il sesto reparto dedicato aperto nel presidio cagliaritano, che complessivamente può contare su 190 posti letto, comprese le terapie intensive. Il Pronto soccorso è stato già riservato alle persone contagiate dal virus, gli altri pazienti vengono dirottati all'ospedale Marino, dove è stata trasferita anche una equipe medica e infermieristica. Sempre al Marino sono stati concentrati i tamponi per la verifica della positività e il successivo trasferimento, se necessario, al Santissima Trinità. Numerose le segnalazioni di file di ambulanze davanti al presidio che si affaccia sulla spiaggia del Poetto.
PIU' POSTI COVID AL MATER OLBIA - Il Mater Olbia Hospital accresce la dotazione di posti letto dedicati ai pazienti Covid-19. Passano da 14 a 22 i posti disponibili: 14 in degenza ordinaria e 8 in terapia sub intensiva. La Direzione Sanitaria del nosocomio lo ha comunicato questo pomeriggio all'Azienda Tutela Salute-ATS e all'Assessorato dell'Igiene e Sanità e dell'Assistenza Sociale della Regione, con una nota a firma di Franco Meloni, consulente per la Governance e Direttore sanitario del Mater Olbia.
Tutti i posti letto dedicati ai pazienti Covid si trovano in un reparto completamente isolato dal resto dell'ospedale, in ambiente a pressione negativa e sono assistiti da personale dedicato esclusivamente a questo settore. Equipe che oggi si arricchisce di due nuovi medici, uno inviato dall'azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari e uno assunto dal Mater Olbia. "Grazie a queste procedure - sottolinea la direzione sanitaria - non si arrestano quindi le ordinarie attività diagnostiche e l'assistenza ospedaliera a favore di tutti i pazienti non Covid e non vengono nemmeno sospesi i nuovi ricoveri, in costante e prudente equilibrio tra la necessità di soddisfare la domanda di prestazioni sanitare 'ordinarie' e la sicurezza di sanitari e pazienti nella delicata organizzazione e gestione delle aree destinate a trattare i malati Covid".
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