DI MARIA GRAZIA MARILOTTI
"La matematica è un piacere per la mente, è creatività, un sognare a occhi aperti, un linguaggio universale, ti apre a nuovi orizzonti e svela i meccanismi più intimi. E ogni volta è una nuova sfida". Raffaella Mulas, 28 anni, ricercatrice cagliaritana, vincitrice del "Premio Donna di scienza giovani", racconta all'ANSA perchè questo riconoscimento le sta particolarmente a cuore e il suo stretto legame con la Sardegna. Diploma scientifico all'Euclide di Cagliari, laurea triennale in matematica a Udine, specialistica a Bonn, dottorato al Max Planck Institute for Mathematics in the Sciences di Lipsia, oggi Raffaella si divide tra l'Alan Turing Institute di Londra e l'Università di Southampton.
"Lavoro su ipergrafi, oggetti matematici che modellano i network, ovvero le reti. Sto studiando una una teoria puramente matematica che avrà dei risvolti e ricadute pratici nelle scienze", spiega. La sua passione per questa disciplina è nata tra i banchi delle elementari. "Ho dato ascolto al mio cuore - confessa - volevo diventare una matematica e ho messo a tacere tutto il resto, critiche, consigli scoraggianti, stereotipi legati a immagini fuorvianti in cui non mi sono mai riconosciuta: matematica, quindi fredda e inquadrata". Raffaella invece disegna, balla lo swing, ama la musica, l'arte, ha un carattere esplosivo e solare, adora viaggiare. La sua passione per la matematica ama condividerla. Per questo tiene conferenze in giro per l'Europa per mostrare la bellezza di questa materia. " Una disciplina meravigliosa, strettamente legata alla creatività, all'arte, alla natura, alla scoperta, al vedere il mondo con altri occhi, ad ampliare la percezione della realtà. Tutt' altro che noiosa. Oltre i numeri c'è molto di più".
Di professione matematica, donna, a contrastare gli stereotipi ha dovuto imparare fin da piccola. "Ho faticato - ammette - ma mi sento fortunata, ho trovato la mia strada, faccio un lavoro che mi appassiona e giro il mondo. Era quello che sognavo su quei banchi di scuola mentre la maestra ci insegnava a fare di conto. In Italia resta un ambito per lo più maschile, le donne in questo campo sono una minoranza. Oggi ci sono tante iniziative per promuovere le materie scientifiche tra le ragazze. Questo premio ne è un esempio. Adesso siamo poche ma ci siamo e saremo sempre di più".