Gli avvocati che difendono Ciro Grillo - figlio ventenne di Beppe Grillo - e tre suoi amici non commentano la chiusura delle indagini della Procura di Tempio e l'imminente richiesta di rinvio a giudizio per i quattro giovani, accusati di violenza sessuale in concorso ai danni di una studentessa milanese loro coetanea.
"Non è il momento di fare dichiarazioni", dice il legale Gennaro Vella, che fa parte del collegio difensivo. "Ancora non abbiamo nemmeno ricevuto tutti gli atti, perciò riteniamo prematuro commentare - aggiunge - parleremo nelle sedi e al momento opportuno". Silenzio anche dagli altri. "Non è mia abitudine rilasciare dichiarazioni sulle cause in corso - sottolinea Paolo Costa - tantomeno in questa vicenda di cui ancora dobbiamo analizzare tutti gli atti".
A oltre un anno dalla denuncia formulata in una caserma dei carabinieri di Milano, la vicenda giudiziaria è a una svolta: la Procura è pronta a chiedere il rinvio a giudizio per Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Secondo la denuncia, la notte del 16 luglio 2019 la ragazza venne stuprata nella villa di proprietà di Beppe Grillo, al Pevero di Porto Cervo, in Costa Smeralda, al termine di una serata iniziata al Billionaire con un'amica. Per l'accusa, la "spaghettata" coi quattro si concluse con rapporti sessuali non consenzienti, dopo abbondante consumo di alcol, ripresi col telefonino.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA