Migliaia di ristoratori, titolari di bar e locali dell'Isola si sono risvegliati con la Sardegna in zona arancione a partire da domani. E già oggi si registrano rabbia, delusione e malumori tra chi era pronto a lavorare per l'intero weekend e stava cercando di risollevarsi dopo mesi di lockdown e settimane di chiusura nel periodo natalizio.
"È assurda questa situazione, in questo modo viene tolta la dignità dei lavoratori, siamo sempre trattati come gli untori - attacca Emanuele Frongia, presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna - siamo stati i primi a chiudere, rispettiamo sempre rigorosamente le regole, tanto che siamo sempre stati i primi anche ad appellarci alle forze dell'ordine affinché potessero fare i giusti controlli per fare in modo che tutti potessero seguire le norme di sicurezza anticovid. Oggi - incalza - ci ritroviamo tutti con la merce già acquistata per i coperti del weekend, senza alcun preavviso ci ritroviamo costretti a buttare i nostri soldi".
Frongia oggi si appella alla Regione e al Governo. "Non sono chiari i motivi per i quali da domani entrerà in vigore la zona arancione che ci impone di effettuare solo l'asporto e la consegna a domicilio, chiediamo pertanto che vengano verificati tutti gli indicatori presi in considerazione per il passaggio dalla zona gialla a quella arancione. Oggi una regione come la nostra, con pr-blemi legati all'occupazione, all'insularità e alla povertà non si può permettere di non avere dignità nel lavoro. Siamo a rischio di una violenza sociale", conclude.
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