di Manuel Scordo
Approfittando della loro posizione di medici e infermieri hanno somministrato vaccini anti-Covid a parenti, professionisti e persone con ruoli di primo piano nella società civile, nonostante non fosse il loro turno. È quanto emerge dall'inchiesta coordinata dalla Procura di Oristano sui 'furbetti del vaccino'.
I militari del Nas di Cagliari hanno notificato quindici avvisi di garanzia ad altrettanti sanitari accusati di peculato e abuso d'ufficio. Gli indagati lavoravano all'interno del punto vaccinale territoriale di Oristano, posto deputato alla somministrazioni nel quale, oltre a inoculare le dosi agli anziani e alle categorie previste dalla normativa, avrebbero fatto 'saltare la fila' a parenti e conoscenti, abusando così della loro posizione. Almeno cinquanta le persone che avrebbero beneficiato del 'favore', ottenendo il vaccino prima di averne diritto.
Le indagini, coordinate dal procuratore di Oristano Domenico Ezio Basso, sono partite alcune settimane fa dopo la lettera di denuncia diffusa alla stampa dal presidente dell'Ordine dei farmacisti di Oristano, che aveva segnalato irregolarità nelle somministrazioni. I militari del Nas, che già avevano avviato una serie di verifiche disposte a livello nazionale, su incarico della Procura hanno acquisito la documentazione nel poliambulatorio di Oristano e nei vari uffici. Analizzando i certificati vaccinali sono subito emerse le anomalie. I carabinieri hanno così depositato in Procura nei giorni scorsi una prima informativa e oggi sono stati notificati gli avvisi di garanzia.
Si tratta, confermano gli inquirenti, di una prima fase dell'inchiesta. Gli accertamenti e le verifiche non sono ancora ultimati e l'indagine si potrebbe presto arricchire di altri nomi. Sotto la lente, infatti, ci sono anche le posizioni di chi ha ottenuto prima del tempo il vaccino, scavalcando chi in questo momento ne aveva dirittto.
Un'inchiesta analoga è stata aperta anche dalla Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio. A far scattare gli accertamenti sono state alcune segnalazioni arrivate a Palazzo di giustizia da parte di persone che non rientrano nelle categorie per cui è prevista, in questa fase, la somministrazione del siero, e che sarebbero state ugualmente vaccinate. Molti di loro, come nel caso di Oristano, sarebbero parenti degli operatori sanitari che si sono occupati delle inoculazioni. Lo stesso sospetto ricade su medico del carcere di Livorno, finito al centro di un'inchiesta interna della Asl Toscana per aver somministrato alla moglie una dose di Moderna durante la vaccinazione del personale penitenziario.
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