L''Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari riapre i reparti di degenza alle visite ai ricoverati di parenti e amici. In considerazione dell'andamento epidemiologico, la direzione generale ha deciso di predisporre un piano di aperture graduali per venire incontro all'esigenza dei malati di avere vicino i propri cari ma al contempo di garantire la sicurezza dei ricoverati e degli operatori. Per poter essere ammessi alle visite si dovrà esibire la certificazione di avvenuta vaccinazione o di negatività al tampone.
"Le procedure sono definite insieme ai direttori di dipartimento e delle strutture complesse della nostra azienda - spiega la commissaria straordinaria dell'Aou di Cagliari, Agnese Foddis - ovviamente in questa fase gli ingressi saranno contingentati con uno o due persone al massimo che potranno far visita a ciascun ricoverato. Adesso che la campagna vaccinale ha subito una così decisa accelerazione e che ci sono meno contagi, pensiamo che sia arrivato il momento di procedere con gradualità e in sicurezza". Saranno vietati tutti gli assembramenti e in ospedale si potrà accedere soltanto all'ora delle visite, in modo tale da evitare affollamenti nei corridoi e negli spazi comuni.
VISITE ANCHE AL BROTZU - Da oggi è nuovamente possibile far visita ai pazienti ricoverati nei presidi ospedalieri dell'Arnas Brotzu di Cagliari. Le aperture delle visite da parte dei familiari avverranno in maniera graduale e dovranno comunque rispettare le regole di sicurezza previste dai protocolli ospedalieri. Per accedere negli ospedali il visitatore dovrà presentare il certificato di avvenuta vaccinazione o in alternativa l'esito negativo di un tampone molecolare effettuato nelle 48 ore precedenti. La decisione è stata resa possibile grazie al miglioramento dei dati relativi alla pandemia e alla campagna di vaccinazione della popolazione che sta procedendo secondo tabella di marcia. La riapertura ai parenti dei ricoverati è un chiaro segno di graduale ritorno alla normalità, un risultato importante ottenuto dopo mesi di sacrifici da parte dei cittadini e di grande lavoro da parte degli operatori sanitari.
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