La conferma arriva anche dal rapporto di Bankitalia: il Covid ha messo in ginocchio l'economia dell'isola con un forte rallentamento della produzione e molti stop ad attività commerciali. In soldoni il Pil è crollato dell'8%, calo però più contenuto rispetto alla media delle altre regioni. Molte aree del Paese hanno rimediato con la digitalizzazione. Ma, spiega Bankitalia, la Sardegna registra ancora un marcato ritardo in questo settore ad eccezione dell'online per tempo libero, servizi bancari ed e-government. E ha lavorato da remoto il 12,8% dei dipendenti.
La scuola? In base ai dati dell'anno precedente solo uno studente su due del quinto anno della primaria poteva accedere bene alla didattica digitale. Una situazione che non ha fatto bene anche ai ragazzi delle superiori.
La crisi ha colpito molto il settore dei servizi: oltre i due terzi delle imprese hanno registrato fatturati in calo. Il settore più colpito il turismo: le presenze sono diminuite del 58% rispetto al 2019 con un meno 80% sui vacanzieri stranieri.
La quota estera è passata dal 51 al 25%. Giù anche l'industria, anche se la Sardegna ha retto meglio l'impatto rispetto al resto d'Italia.
6MILA POSTI DI LAVORO IN MENO - Sono 6000 le posizioni di lavoro in meno rispetto al 2019, pari a 2,6 posti ogni 100 dipendenti. È il drammatico dato sull'occupazione in Sardegna emerso nel rapporto di Bankitalia relativo al 2020. Il calo degli occupati del 4,6% è stato comunque attutito dalla cassa integrazione, blocco dei licenziamenti e misure di sostegno alle imprese. Anche il tasso di attività sul mercato del lavoro è calato, in particolare di 3,1 punti percentuali, soprattutto tra le donne e le mamme costrette a stare dietro i bambini che non andavano più a scuola. Molto colpita anche la fascia dei giovani. Proprio questo stop alla ricerca di un lavoro ha fatto paradossalmente diminuite il tasso di disoccupazione. Ancora limitato secondo Bankitalia il ricorso ai centri per l'impiego.
Nel 2020 il reddito delle famiglie sarde si è ridotto del 5,1% soprattutto per la mancanza o la diminuzione del lavoro. Numeri che hanno fatto drasticamente diminuire i consumi: meno 10,9%. Rallentati anche i prestiti alle famiglie. Il tasso di crescita si è ridotto di oltre due terzi portandosi a dicembre allo 0,9 per cento rispetto al 3,4 nel 2019 e per fronteggiare l'emergenza sono aumentate le spese degli enti territoriali. Secondo le prime stime nel 2021 non si registrerà una rapida rimonta.
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