(di Fabrizio Fois) Il bosco simbolo di rinascita dopo i roghi del 1993 e del 1999, orgoglio del Montiferru e dell'Oristanese, è distrutto. Quell'albero millenario a "Sa Tanca Manna", che rappresentava il simbolo di Cuglieri e patrimonio dell'intera Sardegna, cancellato dalle fiamme. Il fuoco, che non ha risparmiato alberi e macchia mediterranea, ha aggredito anche aziende agricole, capannoni artigianali e alcune case in paese, annerite ma ancora in piedi. La notte scorsa i bagliori del rogo hanno illuminato la montagna dietro la cittadina: "sembrava di stare ai piedi di un vulcano", hanno detto i testimoni che hanno dovuto abbandonare tutto in fretta e furia. Ma una volta rientrati nelle case, salvate miracolosamente, i cittadini di Cuglieri hanno trovato uno "scenario spettrale e apocalittico". Percorsa dal fuoco la piazza centrale. "Tutt'attorno all'ex seminario, alle poste e all'oleificio è bruciato - afferma il sindaco Gianni Panichi - ma le strutture si sono salvate".
Allevatori e agricoltori hanno perso, invece, il lavoro di una vita di sacrifici proprio mentre si risollevavano dopo il lockdown e la zona rossa in primavera. Una volta passato il fuoco hanno trovato solo devastazione: piante da frutto e viti ridotti a bastoncini di legno fumante, animali bruciati vivi intrappolati nei recinti o nelle stalle, mucche allo sbando e qualche cane pastore che non ha voluto lasciare il gregge al suo triste destino e che è stato recuperato con gravi ustioni sul corpo. Un'intera montagna è stata ridotta in cenere. "Cinquanta anni di rimboschimento andati in fumo, un intero monte cancellato dalle fiamme", racconta Carlo Pische, titolare delle Distillerie Lussurgesi, di Santu Lussurgiu. E non sono bastate le fasce tagliafuoco e i "lanci" da aerei ed elicotteri a fermare la furia delle fiamme che, sospinte prima dallo scirocco e poi dal libeccio, sono giunte sino alla costa occidentale.
A Tresnuraghes il presidente della Fondazione "Mont'e Prama" Anthony Muroni racconta di vigne e oliveti in fumo e di evacuazioni tra le 3 e le 4 del mattino con il paese in piazza.
Una catastrofe vissuta in diretta anche da numerosi turisti presenti a Porto Alabe, dove il fuoco arrivato dalle colline ha sfiorato le case utilizzate per le vacanze. Con l'aria resa irrespirabile dal fumo denso e acre le persone si sono riversate in spiaggia e in piazza a guardare i mezzi aerei combattere contro le fiamme in uno scenario da film.
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