"Con il prezzo del Pecorino Romano dop a 10,50 euro al kg il prezzo del latte di pecora in Sardegna va verso 1,30 a litro all'interno del sistema delle cooperative, ma i maggiori costi delle materie prime incidono per 62 centesimi a litro e all'allevatore isolano resteranno in tasca poco meno di 68 cent/litro". Lo afferma Tore Piana del Centro Studi Agricoli sollecitando l'assessorato regionale dell'Agricoltura ad intervenire urgentemente "per richiedere una deroga all'aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti".
"I mangimi sono aumentati del 30%, i concimi sono aumentati del 40%, il gasolio agricolo è aumentato del 10% ed ora l'aumento dell'energia elettrica, necessaria per far funzionare le sale di mungitura, è del 55% - osserva Piana - costi che incidono, secondo un calcolo del Centro Studi agricoli, per un totale di ben 62 centesimi litro. Un costo non accettabile per la Sardegna e che umilia tutti gli sforzi fatti in questi anni dagli allevatori sardi. Una situazione drammatica, vissuta nel silenzio delle Istituzioni e che porterà tanti giovani ad abbandonare il mondo delle campagne e provocherà la chiusura di centinaia di aziende ovicaprine - continua Tore Piana - La Regione deve chiedere conto della totale assenza di Oilos, l'organizzazione interprofessionale sul latte di pecora, assente dalla scena da oltre due anni".
Secondo il Csa," Oilos potrebbe promuovere dei contratti collettivi per l'acquisto di mangime e di concime spuntando prezzi più bassi" e per questo motivo "oggi appare l'unico strumento che può incidere sul problema. Non capisco tutto questo assordante silenzio dell'assessora regionale dell'agricoltura su questo comparto, che è stato flagellato in questi mesi dal virus della Lingua Blu e da tre mesi di piogge, che non hanno permesso le semine degli erbai".
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