- "L'intero settore agroalimentare sardo rischia di essere messo in ginocchio dagli aumenti di tutte le materie prime, di energia, gas e gasolio determinati dal conflitto in Ucraina. Ma anche da una serie di speculazioni su prodotti che scompaiono improvvisamente dal mercato senza un reale motivo apparente se non quello di farne scorta per poi far rialzare i prezzi". Il grido d'allarme arriva dalla Cna Agroalimentare Sardegna che spiega: "a fare le spese di questa situazione sono soprattutto i piccoli produttori, schiacciati tra due anelli della filiera (Grande Distribuzione e consumatori finali) che devono sperare di avere poche richieste per limitare i danni: vendere sottocosto affosserebbe ulteriormente aziende già in netta difficoltà e con una prospettiva incerta per i prossimi mesi".
A penalizzare i consumatori - sostiene l'associazione di categoria - è soprattutto la strutturale dipendenza dell'Italia dalle forniture estere di frumento duro, tenero e mais, con un tasso di autoapprovvigionamento su base nazionale, rispettivamente pari a circa il 60% per il grano duro, 35% per il tenero e 53% per il mais, che espone particolarmente il nostro Paese alle turbolenze dei mercati internazionali.
Secondo l'organizzazione, poi, "ci sono molte sperequazioni tra le aziende locali sarde che lavorano per la Grande Distribuzione Organizzata: solo alcuni fornitori riescono a farsi riconoscere gli aumenti di listino. Le imprese che non riescono a farsi adeguare i listini con i clienti devono sperare di avere poche richieste per limitare i danni perché vendere sottocosto affossa ulteriormente aziende già in netta difficoltà e con una prospettiva incerta per i prossimi mesi".
"Per le imprese che lavorano per la Grande Distribuzione Organizzata le situazioni sono talvolta differenti tra loro perché alcuni fornitori riescono a farsi riconoscere gli aumenti di listino, altri no o solo in parte - dichiara Alessandro Mattu, presidente Cna Agroalimentare Sardegna - n ogni caso anche laddove questi aumenti, pienamente giustificati dai rialzi dei costi delle materie prime, dell'energia, del gas e del gasolio, vengono assorbiti, nel migliore dei casi sono introdotti dalle grandi insegne in maniera gradualmente e non sempre del tutto proporzionale".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA