"A seguito del blocco
dell'autotrasporto del 14 marzo, la situazione generale
dell'agricoltura sarda è divenuta insostenibile e sta provocando
perdite ingenti al comparto dei prodotti freschi di rapida
deperibilità". Lo denuncia, in questa prima settimana di
agitazione che ha bloccato tutti i porti dell'isola,
Cia-Agricoltori Italiani che stima 15 milioni di euro di danni
per l'ortofrutta regionale e per le 2.500 aziende del settore
(nel complesso 7.200 ettari), rappresentate all'80% da
carciofeti. "Le proteste dei tir per contestare l'insostenibile
aumento del prezzo dei carburanti si aggiungono a tutti i gravi
problemi dell'agricoltura sarda, che rispetto al resto della
penisola vive una condizione di grave eccezionalità - spiega
l'organizzazione - La situazione esplosiva rischia, infatti, di
mettere in crisi un sistema agricolo che paga una delle peggiori
stagioni climatiche degli ultimi anni, con la cancellazione di
molte colture in questo primo semestre del 2022".
"Il blocco dell'autotrasporto si va ad aggiungere ai pesanti
rincari di materie prime, concimi e prodotti energetici, che
stanno seriamente compromettendo la tenuta del comparto primario
regionale. In particolare, anche il settore zootecnico versa in
condizioni disperate e necessita di intervento immediato -
aggiunge la Confederazione - A causa delle limitazioni
commerciali dovute alla guerra, si lamenta un preoccupante
deficit di approvvigionamento di mangimi per gli allevamenti e
molte aziende sono a rischio chiusura o macellazione dei capi.
Il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino, chiede un
intervento urgente al Governo per risolvere tempestivamente
l'emergenza: "E', altresì, indispensabile istituire un corridoio
di tutela che permetta il trasferimento -in entrata e uscita
dalla Sardegna- dei prodotti agroalimentari, in particolar modo
quelli deperibili e la mangimistica indispensabile per la
sopravvivenza degli allevamenti".
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