Porto Torres si mobilita per
offrire accoglienza ai profughi ucraini in fuga dalla guerra. A
guidare e coordinare le iniziative è una cabina di regia
composta dall'amministrazione comunale, da ex sindaci e dalle
associazioni di volontariato.
In apertura dei lavori, il sindaco Massimo Mulas e l'assessora
alle Politiche sociali Simona Fois hanno illustrato lo stato
dell'arte per quanto riguarda normative e orientamenti nazionali
in materia. Il governo ha espresso una preferenza per attivare
in prima istanza i centri Sai (ex Sprar), già specializzati
nell'accoglienza dei migranti. Ma poiché quello turritano
avrebbe una disponibilità limitata, sarà possibile anche creare
una rete di famiglie per l'accoglienza domiciliare.
È stato così avviato un censimento on line dei nuclei familiari
disponibili a ospitare i profughi (il link è disponibile sul
sito del Comune nella sezione Avvisi). Con la specificazione che
la procedura di affidamento sarà gestita dal Tribunale, come
prevede la legge. Le associazioni di volontariato hanno già
avviato una raccolta di materiale e viveri da inviare in
Ucraina. I lavori della cabina di regia proseguiranno nelle
prossime settimane per definire un piano esecutivo di azioni.
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