(di Maria Giovanna Fossati)
Il rapporto di Costantino Nivola con
New York, la città che lo ha accolto dal 1939 fino alla sua
morte nel 1988, rivive nella mostra "Dallo Showroom Olivetti
alla Città incredibile", visitabile al Museo di Orani, a lui
intitolato, dal 15 aprile al 15 luglio. In 50 anni di permanenza
nella Grande Mela, dove è giunto da esule antifascista, Nivola
l'ha indagata con la sua arte portandone alla luce il panorama
urbano come metafora della condizione umana nella modernità e
postmodernità. Il centro della mostra - curata da Giuliana
Altea, Antonella Camarda, Luca Cheri e Carl Stein - è il rilievo
progettato da Nivola per lo showroom Olivetti nella Fifth
Avenue, realizzato dallo studio Bbpr nel 1954 e ricollocato nel
1973 nello Science Center dell'Università di Harvard.
Si tratta di un monumentale fregio semiastratto lungo 23
metri e alto 5, come elemento centrale di un'installazione che
simboleggiava il cielo, il mare e la spiaggia mediterranei e
riprodotto per l'occasione in scala 1:1 grazie all'utilizzo
delle tecnologie di visual computing, stampa 3D e videomapping.
Con i suoi 101 metri quadri di estensione, è uno dei più grandi
progetti di riproduzione tridimensionale di beni culturali con
fresatura robotica mai realizzato. "La mostra - spiega Giuliana
Altea - ruota intorno a questo straordinario rilievo, esteso a
coprire un'intera parete del museo, che ha esattamente le stesse
misure dell'opera. La sua realizzazione è frutto del progetto di
digital humanities Nivola X Olivetti, che ha visto collaborare
con la Fondazione Nivola le università di Harvard e di Sassari,
il Crs4 e il Cnr, il fab lab della Camera di Commercio di
Nuoro, l'Archivio Olivetti di Ivrea e la Fondazione Olivetti di
Roma".
Se il rilievo Olivetti è il punto di partenza della carriera
americana di Nivola, la Combined Police and Fire Facility del
1984 ne è il punto di arrivo. "L' artista ha scelto un approccio
narrativo e antimonumentale, raccontando il lato umano delle
forze di polizia, mettendone in luce la responsabilità civica
nell'agire quotidiano", osserva Carl Stein, autore del progetto
architettonico e amico di Nivola. All'inizio degli anni
Sessanta, l'artista sardo attua il progetto della Stephen Wise
Recreation Area, un insediamento di case popolari nell'Upper
West Side: un murale, delle sculture, una fontana e un
playground con un gruppo di cavallini in cemento stilizzati e
ricreati per l'occasione in scala 1.1 dalla designer Monica
Casu. "I cavallini della Stephen Wise sono una delle invenzioni
più gioiose di Nivola - sottolinea il direttore Luca Cheri -
Dopo l'accesa protesta popolare sollevata dalla loro minacciata
distruzione nel 2021 sono diventati il simbolo della capacità
dell'arte di Nivola di toccare il suo pubblico. Vorremmo che le
riproduzioni rimanessero a Orani come parco giochi per i
bambini".
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