La cifra di 4.400 vittime all'anno
per malattie provocate dall'amianto in Italia, di cui 1.600 per
mesotelioma pleurico rappresenta una tragedia silenziosa e
immane che va affrontata subito con interventi adeguati per la
cura e la prevenzione e con un'azione massiccia per lo
smaltimento delle ingenti quantità di amianto presenti tutt'ora
a livello nazionale: lo afferma il Coordinamento nazionale
associazioni amianto (Cnaa).
Si calcola, per difetto che le vittime dell'amianto siano
circa 107.000 all'anno nel mondo. L'associazione chiede di
trovare rapidamente le forme più opportune ed efficaci per lo
smaltimento dell'amianto e la bonifica delle aree interessate
perché "non è pensabile che si debbano attendere 70 anni, tanti
quanti ce ne vorrebbero ai ritmi attuali, secondo quanto emerso
dai calcoli ufficiali".
"Il mesotelioma - sottolinea Fulvio Aurora a nome del Cnaa -
è un tumore raro, una condanna a morte senza appello, in quanto
allo stato attuale non ha possibilità di guarigione. Ci fa
piacere sottolineare, a questo proposito, che è in corso una
importante ricerca medica in Sardegna, grazie ad un accordo
fra una delle associazioni del Coordinamento, e cioè l'Aiea, la
Regione Sardegna e l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di
Cagliari: l'obiettivo è arrivare a una diagnosi precoce del
mesotelioma, considerando che normalmente la diagnosi avviene
dopo tanto tempo dall'inizio dell'esposizione all'amianto,
20/25 anni e oltre, quando purtroppo non c'è più niente da
fare".
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