"Il punto sostanziale è riuscire a fare in modo che le energie rinnovabili non siano l'ennesimo intervento speculativo: abbiamo la necessità di produrre energia che dipende dal sole e dal vento ma questa produzione deve essere a beneficio dell'economia e dei cittadini e delle imprese". E' chiara la posizione della vice ministra al Mise, Alessandra Todde, di fronte a tutte le polemiche che derivano alle richieste di parchi eolici off shore, l'ultima a Posada dove c'è già qualche contestazione sul territorio.
"Intanto le aree idonee e non idonee le stabilisce la Regione e non possono essere un'imposizione del governo: ognuno deve avere le proprie responsabilità - aggiunge ragionando in termini generali - questi impianti poi devono produrre valore sul territorio e non, come spesso accade con una negoziazione una tantum e piccoli risarcimenti che sono poco utili alle comunità.
Devono produrre valori in termini di costi energetici che vengono abbattuti per le aziende e bollette più leggere per i cittadini".
"Bisogna poi ragionare in termini di insieme perché ci sia un piano regionale che possa rispondere a quella che è la richiesta della Sardegna - sottolinea - E' chiaro che in Europa si sta parlando di energie rinnovabili perché il Continente europeo è stato largamente metanizzato in passato. Noi avevamo perso il treno della metanizzazione sino al settembre 2020, quando è uscita la norma sulla virtual pipeline. Oggi è importante pensare che il gas serve come energia di transizione perché abbiamo attività produttive altamente energivore che hanno bisogno di gas per avere il termico e il vapore che attualmente non sono producibili attraverso energie rinnovabili. Queste ultime hanno poi bisogno di accumuli per dare continuità e ad oggi queste batterie industriali valgono 4 ore e non hanno la possibilità di supportare cicli continui - spiega - Bisogna fare i conti, in maniera intellettualmente onesta, con quello che abbiamo a disposizione".
Per Todde, però, i combustibili fossili sono di transizione e "bisogna far capire sta cambiando il modello e che quello distribuito e puntuale è sempre più affidabile, gestibile e necessario". La vice ministra immagina un futuro fatto di autoconsumo e comunità energetiche, "perché sempre di più stiamo vendendo cosa significa dipendere da fonti non governabili".
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