Tempio Pausania è la prima
città riparativa d'Italia. Un esempio riconosciuto dalla
ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che stamattina prima
di visitare il carcere di Bancali, a Sassari, ha citato
l'eperienza della cittadina gallurese come un'eccellenza per la
giustizia riparativa nel nostro Paese. "È importante che si
parli di giustizia riparativa in questa terra, la Sardegna, dove
è stata sperimentata con la realtà di Tempio Pausania - ha
ricordato la Guardasigilli - Qui una grossa divisione intorno
alla costruzione del carcere è stata occasione per tutta la
comunità di sperimentare di che cosa si tratti. Una forma di
soluzione dei conflitti, di riunire ciò che è stato diviso".
Tempio Pausania diventa città riparativa dopo la costruzione,
nel 2011, del nuovo carcere di Nuchis, località a sei chilometri
dal centro urbano. Nel 2012 l'istituto penitenziario diventa di
massima sicurezza e l'arrivo di detenuti condannati per reati
molto gravi, come l'associazione di stampo mafioso, crea
preoccupazione nella comunità tempiese. Una frattura fra il
carcere e la città. Da qui nasce il percorso di Tempio città
riparativa. Per sanare questa frattura, questa diffidenza,
l'Università di Sassari, l'istituto penitenziario, il Consiglio
comunale, le Ong locali hanno iniziato a lavorare insieme per
costruire un nuovo rapporto con il carcere. E in pochi anni
Nuchis da esperimento diventà una realtà. Un esempio.
Qui, grazie a un progetto di ricerca avviato con il
Dipartimento di Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione e
Ingegneria dell'Informazione dell'ateneo sassarese, si realizza
passo passo una comunità riparativa. La città cambia modo di
vivere il carcere: accoglie la vittima, include chi ha commesso
il reato, sana i conflitti piuttosto che esasperarli. I detenuti
rideventano persone, gli sono offerti percorsi formativi e
scolastici, progetti di inclusione con iniziative culturali e
convegni, anche la città entra nel carcere. Un carcere dove,
coltivando la giustizia riparativa, non si applicano solo le
pene, ma si lavora per il reinserimento sociale del detenuto.
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