DI VINCENZO GAROFALO
Un albergo 4 stelle, con 253 camere di cui 5 "garden villas" autonome, altre 67 in un altro complesso indipendente, più 34 stanze nello "Sport Hotel", dieci campi da tennis, tre piscine, club house, ambulatorio, palazzetto dello sport, centro fitness, piazzetta con bar, ristorante, negozi, campi di calcio e il Green Residence con mini appartamenti turistici immersi nel verde. Tutto spalmato su 180mila mq alla periferia di Olbia e alle porte della Costa Smeralda.
È il resort turistico-sportivo Geovillage, la struttura chiusa da tempo e del valore stimato in 97 milioni di euro, al centro dell'inchiesta che questa mattina ha portato all'arresto del suo ideatore e gestore, l'imprenditore Gavino Docche. Tutto il complesso stato realizzato in più rirprese: primo cantiere aperto nel 2001 e lavori ultimati nel 2008 con tutte le strutture sportive pronte all'uso. Impianti che nelle stagioni hanno ospitato grandi eventi sportivi di varie discipline e che per otto anni di fila sono stati il quartier generale della Dinamo basket Sassari per la preparazione e i tornei precampionato.
I guai sono iniziati nel 2016 con il primo fallimento della società Sviluppo Olbia proprietaria del resort. Un crac che ha attirato l'attenzione della Procura di Tempio Pausania e dalla Guardia di Finanza di Olbia. Sono partite diverse inchieste parallele, andate avanti negli anni, così come i fallimenti societari, culminate in un primo sequestro di una parte delle strutture nel novembre 2020, e poi un secondo nel maggio 2021, questa volta con gli arresti domiciliari per Gavinio Docche e il figlio Fabio, accusati di turbativa d'asta nella procedura fallimentare per la vendita del Geovillage. Il sequestro di maggio era stato poi revocato a favore della curatela fallimentare.
Fra revoche di arresti, dissequestri e nuovi sigilli in più derivazione del complesso, si è arrivati oggi al nuovo provvedimento di arresto, questa volta in carcere, per Gavino Docche. Con l'accusa più pesante fra quelle mosse finora: bancarotta fraudolenta.
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