Quattro sardi su dieci considerano origini e modalità di produzione dei prodotti alimentari più importanti di marca e confezione. E per uno su quattro sono fondamentali anche valori come la tutela delle condizioni di lavoro del settore. Lo rileva l'Osservatorio Reale Mutua sull'agricoltura in collaborazione con Slow Food.
Questo tipo di approccio si traduce in un'elevata propensione all'acquisto di prodotti del territorio (23%), considerati garanzia di cibo sano e sostenibile. Sulla stessa linea, largo anche ai prodotti di stagione (29%), anche per sostenere le economie agricole locali e perché ritenuti più buoni di quelli fuori periodo. Nella settimana tipo, nove sardi su dieci (92%) preferiscono i cibi freschi a quelli precotti, pronti o surgelati e, se il supermercato resta il canale preferito (79%), una fetta consistente guarda anche a mercati di zona (31%) e botteghe di quartiere (15%).
Circa un sardo su due (48%) dichiara di consumare frutta più volte al giorno, e un altro 33% una volta al giorno. La verdura si attesta rispettivamente al 52% e 15%. Pasta e riso sono consumati una volta al giorno dal 44%, il 38% mangia i legumi due o tre volte a settimana, sensibilmente meno i cereali (29%).
Tra gli altri dati di rilievo, il pesce finisce nel piatto del 35% per cento dei sardi una volta a settimana. Nello stesso periodo mangia carne rossa il 52%, mentre la carne bianca è consumata due o tre volte a settimana dal 50% dei sardi.
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